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CAMPOBASSO – Un compleanno a 56 anni dopo 31 anni di servizio, “festeggiato“, si fa per dire, con la lettera di licenziamento in tasca, senza stipendio e senza pensione, è il racconto di chi ormai non ne può più.
La situazione non fa più notizia, tante sono le denunce, le violazioni, le omissioni verificate e riportate alla stampa e all’opinione pubblica a cadenza quotidiana sul trasporto pubblico.
Ma noi ci chiediamo, a questo punto, questa storia dell’autista Donato, rimasto senza lavoro che riceve la solidarietà del sindacato e poi di tutti noi e crediamo di tutte le persone che hanno un cuore ed un anima e il rispetto della dignità umana, ma qui chi ci difende da certi diritti alienabili? Ma come si fa a licenziare in questo modo?
Vorremmo che ricevessimo una nota sulle motivazioni di questo licenziamento da quanti lo hanno pensato e messo in atto.
Non ci addentriamo nel commentare e riportare quanto è scritto nella lettera firmata dai sindacati, non per mancanza di attenzione e rispetto nei confronti dei sindacati al fianco dei quali ci siamo sempre schierati, ma perché questa dolorosa rabbia piena di contenuti inconfondibili e arcinoti non ha trovato nel tempo una risposta adeguata, un confronto costruttivo da parte di chi è titolare delle concessioni per il trasporto locale, la Regione, che continua a nascondersi, a dire, non dire, fare, non fare, annunciare provvedimenti seri che non arrivano mai. Ma perché? Non andiamo oltre, non vogliamo andarci, preferiamo aspettare risposte anche dall’attuale assessore al ramo.
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