I panettoni artigianali più buoni d’Italia: Il Gambero Rosso premia Montaquila e Bojano

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CLASSIFICA – Il Gambero Rosso, nella speciale classifica dei panettoni più buoni d’Italia, ha inserito anche le realizzazioni di Casa Priolo di Bojano e Ricci di Montaquila.

Su 36 panettoni in gara le due aziende si sono classificate rispettivamente al 10° e al 13° posto.

Nel test alla cieca sono stati confrontati come ormai ogni anno i dolci simbolo del Natale: in gara sia il formato alto tipo Milano sia il formato basso tipo Galup ma anche le forme intermedie.

In degustazione panettoni classici, con agrumi canditi e uvetta, senza mono e digliceridi. Un posto nella competizione anche per la glassa, ormai entrata di diritto nella storia recente del dolce natalizio.

Ecco le descrizioni, riportate da Il Gambero Rosso, a riguardo delle due attività dolciarie:

  1. CASA PRIOLO. Un galup nocciola scuro fuori e giallo intenso dentro, molto staccato dal pirottino. Ha una bella alveolatura e una lievitazione che spinge verso l’alto in modo deciso. È un prodotto da panificio, frutto del lavoro di Stefano Priolo, quinta generazione di panificatori e lievitisti che ha arricchito la tradizione di famiglia aggiungendo, all’arte bianca, anche una formazione al fianco di grandi pasticceri. Un percorso che il suo panettone esprime chiaramente, con quella mollica panosa da dolce di casa (ma ce ne fossero di case con dolci così) che non cerca gli effetti speciali ma vuole raccontare una storia diversa, diremmo agricola, di farina, lievito, uova con scorza di arancia e limone, vaniglia (Madagascar) che rimangono decisamente in sottofondo. Meno aromatico ma buono, gentile, pulito.”
  2. RICCI. Tipo Milano, scuro e massiccio, ha un bordo tenace e ben definito che si oppone al taglio e però – a sorpresa – custodisce un complesso di aromi gentili, puliti che quasi stupiscono in un panettone dall’aspetto vigoroso come questo. Ma parliamo di un lievitato da forno, che fa riferimento all’origine del panettone, come un pane arricchito. Ha alveolatura tondeggiante e omogenea, aromi accennati. Non vuole stupire con effetti speciali, ma gioca la carta della semplicità: è composto, soffice e con una struttura panosa; i canditi (arancia e cedro di provenienza calabrese e siciliana lavorati in proprio) si sentono al morso ma potrebbero fare di più. Un dolce che si lascia gustare, grazie all’impasto pulito, equilibrato, e chiede di sostare a lungo in bocca, per via della masticabilità che rende la trama solubile e libera di esprimersi e in cui si potrebbe anche osare maggiormente.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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