VENAFRO – Omaggio a Francesco Giampietri, avrebbe compiuto 37 anni

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VENAFRO – Il 14 dicembre Francesco Giampietri avrebbe compiuto 37 anni; gli amici hanno voluto omaggiarlo attraverso l’affissione di manifesti che riportano alcuni dei suoi pensieri più belli sulla vita, l’amicizia, sulla necessità di amare incondizionatamente. Messaggi di speranza, in un momento come quello che stiamo vivendo, che restituiscono respiro e voglia di vivere.

“Le tue parole che accompagnano il passeggero. Le tue parole che invitano a fermarsi, a riflettere, a ricordare.

La piccola città tappezzata coi tuoi pensieri è un tuffo al cuore, un tuffo che scende dritto in profondità, fino a scandagliare le fenditure dell’anima.

Trovarti tra i vicoli del centro storico, leggere della felicità semplice mentre si sale su verso la piazzetta dell’Annunziata, covo magico dove le poesie del cuore hanno trovato rifugio e bellezza.

L’amicizia degli amici, quella che tu hai amato e ricercato sempre, quella sincera, familiare e viva, ha voluto omaggiarti e onorarti nel giorno del tuo compleanno, indimenticato: non si può scordare il bene e la luce fremente di vita che riverberava nei tuoi occhi, dove si ricongiungevano le misure del tempo, quelle utili a scompaginare l’assoluto e a ricercare il meglio in tutto ciò che accade. Ritrovare il senso poetico che hai cucito nel verso scovato lontano e che si riflette nello sguardo bizantino fermo sulla linea dell’orizzonte.

Un tuffo al cuore, sì! ché in tutto questo parossismo non può non librarsi l’eco della tua voce assieme al fragore contagioso della tua risata.

Tu che scrivevi: “Amo la notte perché anch’io credo, come una celebre psichiatra, che le persone sono come le vetrate colorate: brillano indistintamente quando all’esterno c’è il sole ma all’oscurità rivelano la loro bellezza soltanto se è accesa una luce dall’interno”.

E questa incursione per le strade della piccola città l’abbiamo compiuta di notte, come sovversivi alla ricerca della felicità, sfidando il buio e il coprifuoco, compagni osservati dalla luna e da te che sorridi sornione mentre tento di trattenere le lacrime, ché Lettere e disarmonia voleva il seguito ma il seguito siamo noi che non ci arrendiamo davanti ad un finale di poesia scritto male e allora urliamo una canzone stonata che sia da monito alla tristezza.

Ho sollevato il cuore in alto come un trofeo e l’ho spartito coi tuoi compagni, coi miei compagni.

Buon compleanno, fratello mio.

Sulla mia spalla destra la tua mano che allontana le ombre della notte e dissipa il buio per farmi restare in equilibrio sul filo delle mie paure.”

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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