TRASPORTO PUBBLICO – Giglio (Faisa Cisal) “Un sistema da rifondare”

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CAMPOBASSO – Trasporto pubblico locale, una “tragedia” dalle osservazioni di Pasquale Giglio della Faisa Cisal su cui sarebbe il caso di fare le necessarie verifiche da parte di coloro che ne hanno responsabilità e competenze e trarne conclusioni serie e concrete.

Sono anni che segnaliamo le inefficienze del TPL molisano, che dissertiamo sulla sua degradata gestione e pericolosità, sul pessimo uso delle risorse pubbliche, letteralmente “gettate” nella palude del trasporto pubblico, che hanno prodotto solo inefficienze (perché non è assolutamente vero che l’abbondanza di risorse contribuisca ad efficientare il sistema, ma è esattamente vero il contrario) ed una distorsione della concorrenza con illeciti aiuti di stato.

Un sistema, secondo il nostro parere, che è privo di obiettivi strategici (soddisfazione della collettività, della clientela, del personale, rispetto dell’ambiente – ricordiamo l’utilizzo di autobus inquinanti, pur avendo riscosso risorse per la loro sostituzione – il pessimo utilizzo delle risorse disponibili umane, economiche e tecniche – l’arretratezza del settore è un dato di fatto) e che ha creato un ambiente deleterio anche per i dipendenti (clima interno pessimo e non gestito, mancato coinvolgimento, demotivazione ecc…).

Tale stato di fatto, però, non sarebbe stato possibile senza la colpevole assenza od inerzia delle istituzioni pubbliche, controlli superficiali od assenti ed omesse sanzioni, anche su quanto da noi dichiarato. I pochi controlli fatti, sempre su nostre segnalazioni, pur essendo risultate veritiere, non hanno prodotto alcuna sanzione e/o cambiamento (solo a titolo di esempio, rammentiamo le fermate di servizio pubblico illegali, il contratto di secondo livello inesistente, pur percependone le risorse, la guida dell’autobus per oltre il doppio delle ore consentite dalla legge)”

E quindi sulla bocciatura ultima da parte del Tar sul biglietto unico.

“Non entreremo nel merito della questione, ma la bocciatura del TAR Molise sul biglietto unico – commenta Pasquale Giglio –  non è solo un episodio che certifica l’arretratezza del sistema molisano, di cui tutti ne pagano le conseguenze (non esiste bigliettazione elettronica, mancano sistemi di localizzazione della flotta e di comunicazione con una centrale di controllo, mancano modalità di raccolta dati attraverso la bigliettazione elettronica, strumenti di controllo sui veicoli, nonché sistemi di informazione verso l’utenza, sia alle fermate sia a bordo del veicolo), ma è la prova delle resistenze delle imprese al cambiamento dello status quo, da cui traggono gli enormi vantaggi.

Resistenze che, spesso, trovano terreno fertile anche nelle azioni dell’amministrazione pubblica, basti pensare all’ipotesi del doppio lotto di gara per nemmeno 12 mil/km, pur essendoci realtà del lotto unico in analoghe situazioni, se non peggiori, e che abbiamo anche citato nelle varie critiche allo studio per il bando di gara fatto elaborare dalla Regione; fra l’altro, l’aver voluto ricominciare da capo l’iter per il bando di gara, pur essendo già in possesso di una valida manifestazione d’interesse da parte di primarie società nazionali ed internazionali, è un altro indice dell’immobilismo che nuoce alla Regione (se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi).

Non esistiamo ad affermare che tale andamento sia nocivo per tutto il sistema, dal cittadino (attraverso un caro ed ingiustificato costo del trasporto) all’utente (viaggio su mezzi inadeguati e bigliettazione preistorica), dai dipendenti (maggior produttività nazionale e minor retribuzione) alle aziende stesse (inutilità di acquisizione di know how, necessario per poter competere con maggiore efficienza nel mercato). Risulta evidente come la situazione esistente si sia stratificata ed aggravata nel corso degli anni, grazie all’assenza di una amministrazione in grado di guidare la gestione anziché subirla.

Stante l’attuale situazione, ci si aspetterebbe perlomeno una maggior cautela nell’adozione di ulteriori iniziative, invece, sembra incredibile, ci sono ancora occasioni per perpetrare una gestione così poca attenta. L’inerzia dell’amministrazione pubblica si associa a volte con l’incapacità a volte con la tracotanza ed il senso di onnipotenza che accumuna spesso anche l’amministratore pubblico.”

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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