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LARINO – Le scarse precipitazioni invernali e primaverili non hanno permesso il normale rifornimento delle falde acquifere, la scarsa piovosità estiva non è stata sufficiente a colmare le necessità idriche delle piante.
Olivi con foglie arricciate non verdi ma grigie o marroni e drupe ringrinzite gia’ invaiate e di piccola pezzatura evidenziano quanto la pianta stia soffrendo.
Cosa si può fare? Niente se le piante fossero non coltivate – afferma l’ovicoltore Domenico Zeoli – si può fare tanto però visto che si tratta di coltura. Coltivare vuol dire prendersene cura, accudire. Un vero agricoltore arriva addirittura a coccolare le sue piantagioni.
Un’irrigazione di soccorso sarebbe la soluzione più ovvia semplice ed opportuna – continua – ma a parte i pochi oliveti in zone irrigue, il resto è situato in aree collinari sprovviste di tali servizi.
La proposta di Zeoli: “Visti i cambiamenti climatici sarebbe ora di cominciare a pensare ad opere di irrigazione anche in questi territori, non solo sollevando acqua dai bacini tipo invaso del Liscione, ma con pozzi e laghetti collinari che servirebbero come abbellimento e con una giusta regimentazione delle acque che salverebbe da frane e smottamenti questi maltrattati luoghi. Sono anni già che come Movimento agricolo molisano (MAM) chiediamo un consorzio di bonifica efficiente.
Altro da fare per arginare lo stress idrico alle piante è agire con prodotti derivanti da alghe o specifici aminoacidi, che se necessario possono aiutarr la pianta a ritardare la normale maturazione e stimolarla alla crescita. Altra operazione molto importante è arricchire il terreno di sostanza organica, sempre più rara vista la quasi scomparsa della zootecnia (non si poteva fare più danno al Molise e all’Italia intera). Inerbimenti e sovesci aiutano molto, con costi tra l’altro abbastanza bassi.”
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