CASO UNILEVER – Incontro MISE, sindacati preoccupati: “Un passo avanti e due indietro”

Antonio Martone
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POZZILLI – “Un passo avanti e due indietro”.

È questa la sintesi di Antonio Martone della Cisal in merito all’incontro di ieri sulla “vertenza” Unilever, che dice “Sono sconcertato dall’esito della riunione con Unilever, al Mise.
Come al solito un passo avanti e due indietro.
Proprio quando arrivano due manifestazioni di interesse di aziende che vogliono dare continuità produttiva a Pozzilli, Unilever dichiara di non avere produzioni da lasciare al nostro stabilimento, chiudendo, quindi, la porta ad una possibilità di terziarizzazione, modello Sanguinetto. – continua Martone
Ci sembra di assistere alla tipica “Strategia di raffreddamento” Utile a tranquillizzare il territorio, ma soprattutto per portare avanti il progetto studiato da tempo.
È di questi giorni la notizia che parla di test produttivo dello Svelto, nello stabilimento di Casalpusterlengo. Ciò significa che il piano di chiusura dello stabilimento di Pozzilli è andato avanti e si sta concretizzando.
È stato abbandonato il piano legato allo smaltimento delle batterie al litio. Come noi avevamo immediatamente anticipato anche Unilever oggi dichiara che x tale progetto non esistono riferimenti concreti per la fattibilità.
Il riciclaggio della plastica, x noi, non è la risoluzione del problema.
400 posti di lavoro non possono essere salvaguardati con la riconversione dello stabilimento in impianto di riciclaggio della plastica. – conclude Martone
Vogliamo coinvolgere più direttamente la Presidenza della Regione Molise per capire il tipo di contributo fattivo che stanno dando i tecnici regionali in stretta collaborazione con il Mise.
Vogliamo capire bene il perché della totale assenza dell’esecutivo regionale nelle varie riunioni fatte di recente.
I lavoratori chiedono rispetto.
Il territorio chiede impegno!”

Una preoccupazione, quella di Antonio Martone della Cisal, condivisa anche dal comitato dell’indotto che teme per la sorte delle 10 aziende e dei 250 dipendenti che gravitano intorno alla multinazionale.

Sostanzialmente il rappresentante dell’azienda Gianfranco Chimirri ha fatto capire a chiare lettere che nel futuro della Unilever Pozzilli non ha più posto, o quantomeno non ha più quella storica centralità che ha sempre avuto. Sul tavolo la società ha messo cinque progetti o meglio cinque manifestazioni di interesse da parte di altrettante cordate – che non sono state rese note nemmeno al Mise – che riguardano: tre il riciclo della plastica e due la continuità produttiva. Esclusi dunque progetti legati allo smaltimento delle batterie al litio: ci vorrebbe troppo tempo per addivenire alla riconversione. Unilever ha poi pure chiarito che non ci sono produzioni da lasciare a Pozzilli.

Ad ogni modo, Chimirri si è impegnato ad arrivare ad ottobre, al prossimo tavolo, con soli due progetti tra i quali scegliere.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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