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CAMPOBASSO – Dopo il “cappotto” alla maggioranza sul centro Covid a Larino Pd e M5s hanno pronta la mozione di sfiducia al Governatore Toma.
L’hanno annunciata stamane nel Consiglio regionale che si è svolto in seconda giornata in videoconferenza con alcune presenze e molte assenze in aula a palazzo D’Aimmo dove sono state discusse interpellanze odg e interrogazioni. Assenti il presidente della Giunta regionale Toma, del Consiglio regionale Micone e il presidente della Prima Commissione Di Lucente.
Un clima ormai diventato pesante quello che si vive nell’assise consiliare dove nel centrodestra sono saltati tutti gli equilibri necessari per tenere unita la maggioranza e dove le fiammate lanciate da parte dei componenti della coalizione sul Governatore consumano gli spazi nell’esercizio legislativo di palazzo D’Aimmo e soprattutto annullano ogni luogo di possibile confronto che comunque sin qui non c’è mai stato. Troppe lacerazioni avvertite soprattutto negli ultimi mesi. Bocciature più di qualcuna in Consiglio cambio di rotta su alcuni status di posizione in Giunta, l’assessore esterno, la cancellazione della surroga, la posizione ondivaga sul centro Covid a Larino hanno creato dissapori insanabili. E da qui è normale che la mozione di sfiducia che da qualche giorno viene annunciata soprattutto dal consigliere del Pd Facciolla si rivela altra prova del fuoco per il centrodestra che in questi giorni attraverso iniziative trasversali all’azione del Governatore ne hanno determinato un evidente isolamento. Che si avverte anche da parte probabilmente di chi (Patriciello?) lo ha proposto a capo del governo regionale e che guarda l’evoluzione della situazione molisana pensando o preparandosi evidentemente ad altri scenari politici.
Toma comunque sembra apparentemente tranquillo e non manca di dire di non avere alcun problema ad uscire da palazzo Vitale per andare a casa insieme a tutti i consiglieri soprattutto a quelli che probabilmente a parole affermano tanto ma nei fatti si guarderebbero bene di abbandonare privilegi economici lauti che la carica consente loro. In un clima così buio e tempestoso è altrettanto evidente che i Cinque stelle premono sull’acceleratore per cerare più “bagarre” politica possibile con lo scopo di opinioni speculari al di fuori dell’aula Andrea Greco, tra l’altro, stamane nel suo intervento ha ribadito che è impossibile lavorare sulla programmazione regionale in simili condizioni mentre necessario è avviare una riflessione politica generale non essendoci, tuttavia, più le condizioni per andare avanti e lo stesso rappresentante pentastellato sostiene che la soluzione migliore sarebbe quella di andare al voto.
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