SANITA’ – Giustini e Grossi in aula. Assente in massa la Giunta. Niente di nuovo all’orizzonte

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CAMPOBASSO – Sanità sui carboni.

I Commissari Giustini e Grossi attenti alla “brace”, il Consiglio regionale lontano dal fuoco acceso dai due tecnici dei Ministeri cercano di incalzare gli emissari del Governo arrivati un anno fa per il riequilibrio soprattutto dei costi più che per un’organica redistribuzione di servizi e strutture,  il presidente Toma dopo aver ascoltato le loro premesse guadagna la sua stanza a palazzo D’Aimmo da cui in videoconferenza si rapporto con la Commissione sanità della Conferenza Stato Regioni. Assente dai banchi i componenti della Giunta regionale.

Presenti tra il pubblico pochi, solo quelli dei Comitati autorizzati dalla presidenza del Consiglio, due  per ogni rappresentanza. L’audizione dei due Commissari in aula è serena in apparenza ma molto nervosa e inquieta negli animi. Inizia l’ex Generale dott. Giustini che attacca con la polemica circa il provvedimento sui dializzati della provincia di Isernia di cui ripete rivolgendosi soprattutto alla consigliera Calenda, non si sente responsabile datato com’è di qualche mese prima che ci fosse il suo arrivo a Campobasso.

Giustini, quindi, ha intrapreso il suo intervento realizzando una fotografia di quanto si è trovato di fronte, degli incontri effettuati sul territorio con gli ordini professionali con gli operatori sanitari, dei confronti romani ai Ministeri “Abbiamo trovato una situazione sanitaria drammatica è dire poco“. Dito puntato soprattutto sulla situazione finanziaria. Giustini sottolinea le risorse della fiscalità del 2018 i famosi  4,2 milioni di euro non entrate nel conteggio sanitario ma riposte nel Bilancio regionale e quindi le tappe dei mutui accesi negli anni passati e delle premialità ancora ferme per obiettivi non raggiunti pienamente come era stato stabilito in sede ministeriale nei tavoli tecnici.

Un racconto  aspro dove hanno trovato posto episodi di scontri tra istituzioni mai sopiti e rivissuti puntualmente con molto risentimento tra la struttura commissariale e la Regione gli esposti alla Corte dei Conti in qualche caso le querele ad personam. Poi il passaggio sulla situazione interna agli ospedali che intanto negli ultimi 12 anni per il Piano di rientro non hanno potuto usufruire di turn over e quindi di nuove assunzioni con carenza di medici e personale infermieristico e tecnico causa il divieto a Bandi per nuovi posti. Da qui la storia, la querelle dell’estate passata sulla richiesta di medici in pensione o militari etc,. fatta da Giustini. “Su cui sono stato massacrato. Il presidente Toma e l’assessore Mazzuto si recarono a Roma per chiedere la mia testa“. Di fronte ad una situazione finanziaria che presenta un disavanzo tra mutui debiti del passato di oltre 300 milioni di euro rateizzati con mutui trentennali e ai circa 80 milioni di euro degli ultimi due anni la situazione rimane assai grave. Ma ovviamente il diritto alla salute e alla vita non può dipendere da tutto quello che è accaduto in passato, i molisani hanno diritto ad essere assistiti nel migliore dei modi e sul posto dove vivono e operano considerato le condizioni morfologiche della regione che non presenta collegamenti veloci e agevoli. La riconsiderazione di una rete ospedaliera capace di offrire tutte le Unità operative soprattutto quelle relative all’emergenza e alle patologie tempo dipeNdenti è essenziale come quelle della dotazione di un servizio di elisoocorso su cui la Grossi ha comunque rivelato che quanto prima ci si possa arrivare.

E qui sono venuti fuori i dati della mobilità attiva e passiva. Illustrati dalla sub commissario dott.ssa Grossi.  Che ha sottolineato come dal 2012, passiva A 56 milioni E attiva 36 milioni, si sia arrivati nel 2018 a 80 milioni di euro per la passiva e 16 milioni per la mobilità attiva. Evidenziando come la migrazione sanitaria si registri soprattutto nel Basso Molise dove ci si serve di strutture sanitarie del vicino Abruzzo. Dati che vengono presi in considerazione dal nuovo Piano operativo di cui non si conoscono ancora i veri dettagli e ridistribuzione sebbene si preveda un hub al Cardarelli di  Campobasso di secondo livello e due ospedali di primo livello a Termoli e Isernia. Questo nel nuovo Piano operativo dove però rimane  da riconsiderare quanto è stato tolto e come e quando sarà riattivato. Ciriferiamo ai Reparti come Punto nascita ortopedia neurofisiopatologia senologia emodinamiche neurochirgia e potenziamento dei pronto soccorso. Unità operative, in sostanza, da ripensare laddove sono state tolte da reimpiantare con tanto di concorsi e personale previsioni di spesa provvedimenti necessari per ripresentarli all’offerta pubblica come erano organizzati prima del Piano di rientro. Insomma un racconto incompleto quello dei due Commissari certamente insoddisfacente che non coglie alcun aspetto di quello che si aspetta soprattutto la gente molisana più che la politica che continua a dividersi e a sparare cannonate contro i Commissari più che a organizzarsi da subito a spostare il tavolo del confronto a Roma nei Ministeri competenti con forti azioni di pressione politica  con tutte le forze sindacali associative e ovviamente la delegazione parlamentare locale perchè una situazione del genere in Molise non è tollerabile. Evidentemente i due emissari del Governo come hanno ripetuto anche in aula eseguono quello che indicano e ordinano da Roma, nient’altro.

Dopo l’audizione dei Commissari si è aperto in aula la discussione o meglio un confronto con una serie di domande obiezioni suggerimenti che hanno posto quasi tutti i consiglieri regionali impegnati nel pomeriggio nella seduta monotematica ancora sulla sanità.

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