CAPRACOTTA – “55esimo anniversario Giardino Flora Appenninica”, una serie di eventi e appuntamenti inseriti nell’ambito del cartellone “Turismo è Cultura”

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CAMPOBASSO – In occasione del 55esimo anniversario del Giardino della Flora Appenninica di Capracotta, questa mattina presso il Palazzo GIL di Campobasso, sono state illustrate le iniziative, anche di carattere internazionale, che si svolgeranno in questa settimana.

Dunque, un grande evento per l’orto botanico tra i più alti d’Italia – 1.525 mt. di altitudine – in cui vengono conservate e tutelate le specie vegetali della flora autoctona dell’Appennino centro meridionale.

Infatti, il consorzio che gestisce l’orto botanico, in collaborazione con il Comune, la Pro Loco, l’Università, il Gal e la riserva Mab di Collemeluccio, per l’importante ricorrenza, ha organizzato tre eventi per valorizzare e promuovere il sito inseriti nel programma “Turismo è Cultura“.

“Abbiamo finanziato con il bando Turismo è Cultura questa bella manifestazione, appunto, i 55 anni del Giardino della Flora Appenninica. – dice l’assessore regionale al Turismo e alla Cultura Vincenzo Cotugno – Un orto botanico, costituito nel 1963, di ben 11 ettari con oltre 12.000 visitatori nel periodo aprile-novembre 2018, quindi un attrattività non indifferente per la nostra Regione. Per l’occasione sono stati organizzati tre eventi: un evento di carattere scientifico con ricercatori e studiosi di tutta Italia, un laboratorio di fotografia applicato al paesaggio e ai colori dell’Alto Molise ed infine quattro concerti ad alta quota nel giardino”.

“Il giardino della flora appenninica è un esempio di come si possa fare conservazione, didattica, ricerca, e quindi del turismo intelligente. – afferma il sindaco di Capracotta Candido Paglione – Oggi sempre più persone chiedono ambienti puliti, paesaggi mozzafiato e aggiungerei anche un po’ di qualità umana che nei nostri territori non manca. Un mix di ingredienti sul quale poter contare per il futuro. – conclude Paglione – I cambiamenti climatici porteranno nei prossimi anni ad un aumento medio della temperatura dai 2 ai 5 gradi, quindi ci saranno degli esodi e le persone saranno costrette a spostarsi nei luoghi più alti e quindi forse ci sarà un futuro nuovo e diverso anche per la nostra montagna”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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