MEMORIA – Campobasso dedica una piazza al parà Alessandro Di Lisio: il 13 la cerimonia

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CAMPOBASSO – 10 anni dalla scomparsa di Alessandro Di Lisio, a Campobasso una piazza porterà il suo nome.

Campobasso dedica una Piazza ad Alessandro Di Lisio, il parà della Folgore morto il 14 luglio 2009, per l’esplosione di una bomba, durante una missione di pace a Ganjabad, in Afghanistan. La cerimonia, indetta dalla famiglia Di Lisio con il patrocinio del Comune di Campobasso, si terrà in occasione del decimo anniversario dalla scomparsa del parà il prossimo sabato 13 luglio.
Appuntamento alle 10,00 in viale Ugo Petrella. Qui ci sarà l’intitolazione del giardino e lo scoprimento del monumento eretto in Afghanistan dai compagni d’armi e ricondotto in Patria al rientro della missione. Alle 12,00 seguirà la Santa Messa in suffragio dei caduti delle missioni internazionali di pace, nella chiesa di Santa Maria del Monte. Alle 15,30 al Parco Eduardo De Filippo (quartiere San Giovanni) si terrà, invece, il quadrangolare di calcio a cinque in memoria del parà. Oltre a squadre locali ci sarà una rappresentanza dell’8^ Reggimento Genio Guastatori Paracadutisti ‘Folgore’.

E’ da evidenziare un particolare e caloroso ringraziamento ai ‘fratelli’ della Folgore che si sono impegnati con tutte le loro forze sia per il monumento sia per il quadrangolare di calcetto ed affronteranno il viaggio da Legnago con pernottamento a Campobasso.

ALESSANDRO DI LISIO nasce a Campobasso il 15 maggio 1984. Consegue la Maturità al Liceo scientifico ‘Romita’.
Attratto dallo stile militare, e dai patri sentimenti, si arruola nell’Esercito e partecipa, volontario, a varie missioni Internazionali. Perde la vita il 14 luglio 2009, nel corso della missione ISAF, in Ganjabad, provincia di Farah, nel lontano Afghanistan. Infatti, in qualità di “rallista” di un Lince, che fa da apripista di sicurezza ad un’autocolonna di mezzi militari italiani ed americani, avvista del terreno smosso sul percorso, intuisce e segnala il pericolo. I mezzi si arrestano, ma un minuscolo spostamento del primo veicolo, proprio il suo, aziona l’innesco di un ordigno, costituito da oltre 70 chili di esplosivo, che sventra letteralmente il mezzo: la posizione di mitragliere-osservatore di Alessandro, che lo pone necessariamente al di fuori della cellula di sopravvivenza, ne causa la morte.
Nell’immediatezza del fatto, i compagni d’armi, i Guastatori Paracadutisti della 22^ Compagnia, chiamati Angeli Neri, per gratitudine ed a perenne ricordo, sul luogo stesso dell’attentato e con gli scarsi mezzi a disposizione in una zona di impiego così delicata ed importante, realizzano un significativo monumento: al termine della missione, gli stessi commilitoni lo smontano, lo recuperano e lo riportano con loro in Patria, nella caserma di Legnago intitolata alla M.O.V.M. Donato Briscese.

Oggi proprio quel monumento, ricostruito, sarà scoperto a Campobasso, nel giardino a Lui intitolato, alla presenza dei suoi cari e dei suoi commilitoni, ad un passo dal monumento eretto in memoria di tutti i Caduti, a simboleggiare l’impossibile materiale ritorno di Alessandro alla terra nata, agli amici di gioventù, alla famiglia, ma anche, e sicuramente, ad indicare ai giovani come la via del Sacrificio e quella dell’Onore siano sempre coincidenti: e come l’una avvalori l’altra!
“A egregie cose il forte animo accendono. L’urne dei forti…”

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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