VENAFRO – L’assessore Marina Perna: ecco come rilanceremo il centro storico

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AMMINISTRAZIONE – “Riscoperta socio-economica e conseguente rivitalizzazione del centro storico“. Questo il fine che si prefigge l’amministrazione guidata dal sindaco Alfredo Ricci.

A garantirlo è l’assessore Marina Perna. “Sotto l’attenta regia del sindaco l’intera giunta comunale ed io, come assessore all’Urbanistica che ho il compito di pianificare il territorio comunale, stiamo andando in questa direzione. Immediatamente al conferimento della delega all’Urbanistica, nell’ottica della riscoperta del centro storico di Venafro, mi sono resa conto che le norme di attuazione al vigente Piano Regolatore Generale del Comune di Venafro risultavano inadeguate”.

“Ciò – spiega Marina Perna -, poiché, successivamente allo spopolamento del centro storico dovuto al sisma 1984, nonostante fossero state apportate delle modifiche al V.P.R.G. (l’ultima modifica risale al 1989), nessuna modifica ha mai riguardato la “zona A”, ovvero quella comunemente chiamata centro storico, al fine di concedere la possibilità del ritorno-insediamento di attività commerciali ed artigiane.
Lo strumento urbanistico del Comune di Venafro prevedeva all’art. 6 per gli edifici di abitazione, sia individuali che collettivi, uffici, studi, sale di lettura, gabinetti medici ed assimilati, un ‘altezza minima pari a 2,70 m e per i locali adibiti a negozi di vendita in genere, sale di esposizione, laboratori scientifici e tecnici, locali adibiti ad attività artigiana, l’altezza minima di 3,00m”.

Com’è noto, “strutturalmente i locali presenti nel centro storico risultano avere un’altezza inferiore a quanto previsto dal detto art. 6 delle norme di attuazione al V.P.R.G., per cui sarebbe risultato, a questo punto, impossibile da parte del settore urbanistica rilasciare qualsiasi autorizzazione e/o agibilità all’apertura di attività commerciali ed artigiane. Molte erano e sono le richieste dei cittadini pervenute al settore urbanistica di apertura di locali commerciali, ma, puntualmente, altro non si poteva fare che esprimere parere negativo – aggiunge l’assessore -. Così, dopo essermi confrontata con il sindaco e verificato, attraverso un piccolo passaggio in giunta, l’interesse dell’Amministrazione comunale, nell’ambito del programma di tutela, riqualificazione e rivitalizzazione della zona A, a definire alcune deroghe di carattere igienico sanitario, che se inammissibili in altre zone dei P.R.G., trovano nella zona “A – CONSERVAZIONE RESTAURO E RISANAMENTO” dello strumento urbanistico la ragione per favorire l’inserimento di funzioni, oltre alla residenziale, come quelle produttive (commerciale, ricettiva, artigianale ecc.) che rendono più vitale e vivibile il centro storico, ho approfondito il problema e mi sono resa conta di un importantissimo strumento nelle mani del settore urbanistico, specificatamente la possibilità di andare in deroga all’art. 6 delle norme di attuazione al V.P.R.G. sulla scorta della normativa nazionale che, al fine di salvaguardare gli aspetti peculiari dei centri storici, ha disposto con il D.M. 09/06/1999 la possibilità di deroga sulle altezze minime dei locali abitativi, modificando in tal modo l’art. 1 del Decreto Ministeriale Sanità 05/07/1975”.

Quindi, “approfondendo sempre più la questione – spiega ancora Marina Perna – ho riscontrato che il P.R.G. e le Norme Tecniche di Attuazione allo stesso non escludono i mutamenti di destinazione d’uso all’interno della zona “A – CONSERVAZIONE RESTAURO E RISANAMENTO”, purché conformi allo strumento urbanistico, e che le attività quali: botteghe artigiane; attività commerciali; laboratori; esposizioni; piccola ricettività; ristorazione ecc., sono in linea generale compatibili con la zona e, anzi, rappresentano, integrate con la residenza, le ragioni della vivibilità e di qualità della vita dei nostri centri urbani”.

Con la recente delibera del Consiglio comunale “da me proposta e discussa nella seduta del 29.03.2019 ho ritenuto opportuno prevedere la possibilità di deroga integrando con una specifica disposizione le Norme Tecniche di Attuazione del V.P.R.G. introducendo l’art. 6 Bis il quale prevede “Le altezze minime interne dei locali adibiti a residenze, studi professionali, associazioni, esercizi di commercio al dettaglio, botteghe artigiane di servizio, ristoranti, bar e locali per attività ricreative, possono essere derogate entro i limiti già esistenti e documentati per le unità edilizie facenti parte di edifici unifamiliari o plurifamiliari ricadenti nel Centro Storico, individuato come zona “A – CONSERVAZIONE RESTAURO E RISANAMENTO” sulla Tav.3 del P.R.G., sottoposte ad interventi di recupero edilizio e di miglioramento delle caratteristiche igienico sanitarie, quando l’edificio presenti caratteristiche tipologiche specifiche del luogo meritevoli di conservazione ed a condizione che la richiesta di deroga sia accompagnata da un progetto con soluzioni alternative atte a garantire, comunque, in relazione al numero degli occupanti, idonee condizioni igienico-sanitarie”.

“Tali deroghe valgono, quindi, nel caso di interventi di restauro e di risanamento conservativo o di ristrutturazione edilizia nel Centro Storico, zona “A – CONSERVAZIONE RESTAURO E RISANAMENTO” delle Norme Tecniche di Attuazione del V.P.R.G., ove non sia possibile il rispetto dei limiti stabiliti dalla normativa generale di settore, per cui è consentito il mantenimento delle altezze utili interne preesistenti nei limiti prima richiamati, con un minimo pari a 2,4m misurata in chiave nel caso di soffitto a volta per tutti i vani utili destinati ai predetti usi e 2,2m misurata in chiave nel caso di soffitto a volta per i servizi igienici in dotazione ai locali. Le soluzioni alternative atte a garantire le idonee condizioni igienico sanitario dovranno prevedere sistemi di ventilazione in grado generare adeguate condizioni termoigrometriche, ricambi d’aria e trattamenti di filtraggio della stessa conformi alle Norme vigenti di riferimento, tenuto conto degli affollamenti specifici stabiliti dalle norme, e una adeguata illuminazione artificiale, conforme anch’essa alle specifiche norme di riferimento”. Come si può ben comprendere da quanto fin’ora detto – afferma l’assessore Perna – questa modifica risulta di estrema importanza, è il “sine qua non” senza la quale sarebbe impossibile, anche solo ipotizzare, qualsivoglia forma di insediamento commerciale e, di conseguenza, di sviluppo socio-economico del centro storico del Comune di Venafro“.

In conclusione, un pensiero pure alle minoranza: “Mi ha fatto molto piacere riscontrare che l’importanza di questa modifica è stata recepita anche dall’opposizione che l’ha vota favorevolmente, fatta eccezione per un solo astenuto. Ora – annuncia Marina Perna -, l’ufficio urbanistica si è già attivato al fine di ottenere l’approvazione in consiglio regionale che sono certa non tarderà ad arrivare”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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