SANITA’ – Emergenza urgenza, la ministro Grillo detta la soluzione

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CAMPOBASSO –  Tagli e riduzioni dei posti letto, il decreto Balduzzi e le Regioni commissariate soggette ai Piani di rientro sono state una ghigliottina per Regioni come il Molise che hanno patito più di tutte la scure che si è abbattuta sull’offerta sanitaria al cittadino.

I Cinque stelle puntano il dito sulle problematiche locali e su quanto è stato fatto in passato puntualizzando sulla scorta di quello che ha asserito la Ministro Grillo. L’on. Antonio Federico osserva.

“Nelle ultime settimane sono state tante le criticità, in qualche caso fatali, evidenziate dalla rete dell’emergenza-urgenza della sanità molisana. Alcune soluzioni le ha riportate il Ministro della Salute Giulia Grillo​ stamattina in una intervista a la Repubblica. – ha detto l’on. Antonio Federico – Uno dei grandi problemi del sovraffollamento (dei pronto soccorso) – spiega il Ministro – è senza dubbio l’accesso improprio. Senza dimenticare la legge Balduzzi che nel 2012 ha ridotto il numero dei presidi sul territorio senza il potenziamento di strutture alternative e la loro integrazione con la medicina ospedaliera.’ E ancora: ‘Nel momento in cui si è deciso di tagliare il numero dei letti per abitante, si sarebbero dovute creare nuove strutture sul territorio: non solo per la presa in carico precedente all’ospedalizzazione, ma anche successiva per i lungodegenti, che adesso invece molti ospedali si tengono perché non sanno dove metterli. Col risultato che gli acuti restano in barella o in corsia.”‘

Ed ora le soluzioni generali e particolari proposte dalla Ministro Grillo sarebbero le seguenti

– ricognizione sui finanziamenti per l’edilizia sanitaria;

– interlocuzione con INAIL per realizzare nuove strutture;

– possibilità di aumentare il personale con specialità in accettazione e urgenza ricorrendo anche ad altre figure mediche o professionali con sufficiente esperienza;

– verifica con il Ministero dell’Economia per togliere il vincolo di spesa sulle nuove assunzioni;

– realizzare un flusso continuo di ingressi dei medici dall’università sul modello anglosassone.

Un’impostazione di base la suddetta che va riconfigurata sul nostro territorio regionale considerandone peculiarità e orografia. Quindi ci si adopererà per riportare la rete dell’emergenza in carico completamente al pubblico, ripristinando i reparti chiusi per scelte politiche e non per obblighi particolari, ma anche rafforzando la rete del territorio e l’assistenza domiciliare per ridurre gli accessi impropri.

Tutto questo si può fare ristabilendo un giusto rapporto tra pubblico e privato, iniziando dalla eliminazione di 20 milioni di euro di extrabudget per le strutture convenzionate e che potrebbero essere diversamente investiti nel settore pubblico. Il privato deve affiancare il pubblico, non sostituirlo. E una cosa del genere può essere fatta solo da un Commissario che sia libero, capace, illuminato”.

NOTA BENE  del Direttore
Ore frenetiche quindi per la designazione e l’arrivo di un commissario ad acta che a questo punto potrebbe essere anche esterno e noi aggiungiamo che potrebbe rappresentare un errore marchiano poco politico e poco pratico  visto la competenza manageriale del Governatore Toma che non avrebbe nulla da imparare da chiunque  possa essere  nominato dai Ministeri romani. Quello che serve si sa, lo sa anche Toma e chi meglio di lui conosce come far quadrare i conti? La sanità non è una questione che si risolve con le rivalse i risentimenti e le vendette. Le elezioni sono passate. C’è bisogno di sedersi intorno ad un tavolo insieme e cominciare a correggere quanto è stato fatto con approssimazione, probabilmente, pensando poco alla salute del cittadino. A noi potenziali pazienti di questa regione ci frega poco delle beghe politiche dell’uno contro l’altro, ci frega invece che nel momento in cui siamo ricoverati in H (facciamo intanto gli scongiuri!) possiamo ricevere cure e assistenza tempestivamente e con appropriatezza temporale professionale e strumentale. La sanità non è né dei Cinque stelle né del centrodestra né del Pd o di Fdi o di altre liste presenti a palazzo D’Aimmo ma appartiene ad ogni cittadino e allora si ascoltino quest’ultimi e si proteggano quest’ultimi! Lo spazio e la volontà per farlo ci sono, se si fa altrimenti con soluzioni evidentemente imposte si alimenta e quindi si avvelena un contesto che porta e cova insopportabili posizioni che ci sembrano più politiche che pratiche e affatto volte ad un confronto costruttivo sulle soluzioni più opportune.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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