VENAFRO – SS Rosario, Ricci si appella alle Autorità

SS Rosario, Ricci si appella alle Autorità
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OSPEDALE SS ROSARIO – Il sindaco di Venafro, Alfredo Ricci, scrive alle autorità competenti in merito alla chiusura del punto di primo intervento e ulteriori interventi di riorganizzazione.

Di seguito la lettera integrale inoltrata

La stampa locale di oggi riporta notizie allarmanti circa i primi effetti negativi sulla effettività di tutela del diritto alla salute rispetto alle urgenze che si starebbero verificando a seguito della chiusura del Punto di Primo Intervento di Venafro disposta nei giorni scorsi.
Tali fatti seguono le notizie dei giorni scorsi circa ulteriori tagli previsti ai servizi sanitari erogati a Venafro, presso l’Ospedale “SS. Rosario” o presso il locale Distretto Sanitario.

Come ho avuto modo di rappresentare già in più occasioni per le vie brevi nei giorni scorsi, la scelta di chiudere il Punto di Primo Intervento attivato presso l’Ospedale “SS. Rosario” alcuni anni fa nell’ambito della riorganizzazione della rete ospedaliera regionale operata con il POS 2015/2018 si palesa assolutamente non condivisibile, in quanto non garantisce l’effettività della tutela del diritto alla salute dei cittadini di Venafro (e dell’intero hinterland), soprattutto con riferimento alle urgenze.

Infatti, a fronte della soppressione di un servizio (il Punto di Primo Intervento) in grado di riscontrare immediatamente le situazioni di emergenza, stabilizzando i pazienti prima di condurli al Pronto Soccorso dell’Ospedale “F. Veneziale” di Isernia, sembrerebbe prevedersi un fumoso e non meglio definito “potenziamento” del 118.

In particolare, rispetto a tale prospettiva, non si intravedono garanzie circa la capacità di intervento tempestivo, effettivo ed efficace del 118 (neanche a seguito dell’annunciato suo potenziamento); né, tanto meno, si ha contezza della previsione di misure anche organizzative (con eventuale potenziamento di organico), che evitino l’ulteriore congestionamento del Pronto Soccorso dell’Ospedale “F. Veneziale” di Isernia”, che già appare oggi fortemente ingolfato a causa del gran numero di accessi.

Sotto tale angolazione, il rischio concreto è quello di determinare una situazione caotica nella gestione delle emergenze, con seri pericoli per il diritto alla salute di tutti i cittadini che saranno costretti a rivolgersi al Pronto Soccorso dell’Ospedale “F. Veneziale” di Isernia.

A quanto innanzi, deve aggiungersi che si è avuta notizia della soppressione, attuata o annunciata, anche di ulteriori servizi finora erogati presso l’Ospedale di Venafro, ovvero la chiusura del laboratorio analisi, convertito in mero punto prelievi, e la “chiusura estiva” degli ambulatori di diabetologia ed ecografia.

Quanto a tali ambulatori, grazie all’elevata professionalità del personale medico e paramedico, essi registrano ogni anno l’erogazione di migliaia di prestazioni; addirittura, per l’ambulatorio di diabetologia la locale associazione diabetici riferisce di circa 10.000 accessi all’anno.

Allo stesso modo, il personale addetto al laboratorio analisi ha da sempre garantito tempestività e qualità nel livello delle prestazioni, per cui non si comprende la scelta di smantellarlo, che danneggerebbe una consolidata struttura pubblica di eccellenza (il che appare illogico anche sul piano del contenimento dei costi).

Mentre ci si affretta a disporre la soppressione di alcuni principali servizi sanitari finora erogati presso la struttura dell’Ospedale “SS. Rosario”, non si ha notizia dell’attuazione delle ulteriori misure pure previste dal POS 2015/2018 per Venafro, quali l’attivazione della RSA (e servizi connessi) e il potenziamento del poliambulatorio.

Il quadro che risulta dalle misure innanzi sommariamente richiamate appare desolante sul piano della tutela del diritto alla salute dei Venafrani, e sta destando un serio allarme presso i cittadini, che, anche a causa della frammentarietà, ufficiosità e contraddittorietà delle informazioni disponibili, sono attraversati da sentimenti di sfiducia verso le Istituzioni.

Tali perplessità sono tutte condivise da chi scrive e dall’intera Amministrazione Comunale, per cui ribadisco l’assoluta contrarietà rispetto alle misure annunciate.
Ancora una volta ci si trova a dovere fronteggiare l’ennesimo pericolo per l’effettività della tutela del diritto alla salute, che vede per i cittadini di Venafro il rischio di essere trattati come cittadini di serie B.

Tutto questo accade in una fase di “interregno”, in cui, a seguito delle elezioni regionali dello scorso aprile, ancora non viene disposta dal Consiglio dei Ministri la sostituzione del Commissario ad acta.
Il che rende anche difficoltoso potere adottare provvedimenti che dovessero rendersi necessari per fare fronte alle storture applicative dei precedenti atti del Commissario ad acta.

Nei giorni scorsi ho già avuta occasione di rappresentare tali perplessità e la conseguente contrarietà rispetto alle misure annunciate, riscontrando negli interlocutori istituzionali (in primis il Presidente Toma) massima attenzione e disponibilità al dialogo per la ricerca di adeguate soluzioni.

Per quanto innanzi, come già fatto nei giorni scorsi per le vie brevi, a nome dell’Amministrazione che rappresento e dell’intera Città di Venafro, ribadisco l’assoluta necessità di sospendere tutte le misure di recente disposte prevedenti la soppressione di servizi sanitari erogati presso l’Ospedale “SS. Rosario”.

In particolare, chiedo che venga immediatamente ripristinata la funzionalità piena del laboratorio analisi e del Punto di Primo Intervento, nonché che sia definitivamente revocata ogni disposizione inerente la chiusura degli ambulatori di diabetologia e di ecografia.

Nel contempo, come già anticipato in un recente incontro istituzionale con alcuni parlamentari, formulo all’intera delegazione parlamentare molisana la richiesta di farsi portavoce delle presenti problematiche presso il Parlamento e il Governo Nazionale, e, in particolare, di presentare in Parlamento una proposta di legge prevedente l’abrogazione dell’art. 34 bis del decreto legge n. 50/2017, convertito in legge n. 96/2017, con cui si è approvato il POS 2015/2018, che in questo modo potrà essere degradato ad atto amministrativo, con tutte le consequenzialità su un piano di possibilità di intervento sia in sede amministrativa sia in sede giurisdizionale, a migliore tutela e salvaguardia del diritto alla salute dei cittadini, nonché di attivarsi per la modifica dei cd. decreto e regolamento Balduzzi.

Reitero, infine, la richiesta di potere tenere un incontro presso la sede regionale con tutti i soggetti istituzionali, aziendali e associativi interessati, per discutere con i dovuti approfondimenti di tutte le problematiche evidenziate nella presente.

Confidando in un immediato e positivo riscontro alla presente, porgo cordiali saluti.

IL SINDACO
Avv. Alfredo Ricci

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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