LUTTO – Tonino Buccione, scompare una figura storica del calcio e di grande impegno politico e sociale

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TERMOLI – Gli amici e gli sportivi a Termoli e oltre, lo chiamavano Tonino perché gli uni e gli altri ne aveva ancora tanti che lo stimavano per la sua forte personalità come quando calcava i campi della serie A e per la sua amabilità e signorilità.

Tonino è Antonio Buccione avvocato molto noto a Termoli bandiera del calcio termolese nella prima metà degli anni 70 centrocampista metodista ordinato intelligente con un’ ottima prestanza fisica, alto 1,80 venuto a mancare ieri alla Fondazione Giovanni Paolo II dove era ricoverato da qualche giorno. Nato nel 1940 avvocato con studio a Termoli nonché amministratore della città adriatica dove ha svolto le funzioni di vicesindaco. Un esempio per la città di Termoli, personaggio di grande umanità serietà e  moralità. Tutti lo conoscevano soprattutto gli over per quanto aveva fatto anche nel calcio quello vero che va dagli anni 60 alla fine degli anni ’70.

La sua storia e carriera sportiva cominciano all’inizio degli anni ’60. Lui era a Termoli perché pappa e mamma si trasferirono dopo la guerra dal Friuli nella cittadina basso molisana dove aprirono una sartoria. Con il calcio iniziò subito trasferendosi alla Reggina in serie C  a soli 18 anni. Qui rimase dal 1959 al 1962 disputando 94 gare, poi il gran salto in Puglia al Bari. Gioca in Puglia 5 stagioni durante le quali arriva anche una  promozione in serie A. Con i galletti debutta nella massima serie e collezionando 32 partite poi disputa  a seguire due campionati di B e uno di C da cui risale attraverso una promozione in B. Da qui il mitico presidente materano Franco Salerno lo acquista nel 1967 per 12 milioni di lire e in terza serie, quando quest’ultima era un torneo quasi di B con un interesse sportivo e popolare che non si vede più da decenni,  nella città dei sassi ottiene i massimi riconoscimenti sportivi e umani per la sue serietà a attaccamento alla maglia lucana dalla tifoseria locale.

Dalla D porta i materani per mano in C con il tecnico Ruggero Salar giocando a centrocampo con lucidità e intelligenza che non si vedono più anche nei campionati di categorie superiori. A Matera ancora oggi lo ricordano, quelli della mia età, sessant’anni e passa, all’epoca in cui  anch’io cominciavo a seguire la C non solo nel capoluogo di regione ma anche fuori dai confini regionali. E di Buccione ricordo ancora oggi stampata davanti ai miei occhi la sua figura atletica elegante e la personalità che riversava nel gioco avendone come ricaduta positiva e concreta la fiducia dei  suoi compagni di squadra. Perché metteva ordine e soggezione in campo. A Matera prende la laurea in giurisprudenza studiando nella vicina Bari. La societa biancoazzurra del presidente Salerno gli mette a disposizione una camera confortevole lontana dagli altri compagni di squadra per farlo studiare in tutta tranquillità. Insomma un giocatore e un uomo che sapeva quello che voleva. A Matera, restando nell’ambito calcistico, lo mettono in questo gruppo di 10 giocatori che hanno fatto la storia della società lucana, calciatori  che. attenzione, hanno militato anche in B e in serie A.

I 10 più amati, quindi, nella città dei sassi, risultano.

Giannattasio Chimenti Picate Re Veneranda Carella Mayer Gambini Morello Busilacchi Casiraghi e naturalmente Buccione. Tra costoro alcuni facevano 50 anni fa gol a grappoli in B e in C. Altri sono stati dei portabandiera del calcio e delle società di appartenenza

Questi all’epoca erano i veri dominatori del calcio del centrosud quello che veniva dopo la massima serie. Giocatori molti dei quali, con un passato anche in A, basta leggere i nomi e consultare gli almanacchi.

A 32 anni Tonino Buccione, poi, si è trasferito a Termoli, nella sua Termoli dove ha capitanato i giallorossi dal 1972 al 1976 scendendo in campo 110 volte. Qui il suo impegno, come tutti sanno, si è spostato sulla sua professione di avvocato e anche di impegno sociale e politico rivestendo la carica di vicesindaco. Con una militanza nella società di tutto rispetto. Insomma scompare una figura d’altri tempi  e di altri valori che sarebbe ancora servita per suggerire esempi di lealtà e soprattutto di comportamenti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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