COMUNALI – Il prossimo 10 giugno si tornerà a votare in 14 comuni molisani, tra questi anche Venafro dove per la poltrona di Palazzo Cimorelli si scontreranno Alfredo Ricci e Nicandro Cotugno.
Insieme a loro avrebbe dovuto concorrere alla carica di Sindaco anche Giuditta Di Cristinzi con la formazione di una “terza lista” ma, qualche giorno prima del termine per la consegna delle liste, la nota avvocatessa e scrittrice venafrana ha fatto sapere che avrebbe fatto un passo indietro. Una decisione maturata in seguito alla volontà di non cedere a compromessi e di creare un gruppo di persone, al di fuori della politica locale, che avessero come unico scopo la ripresa di Venafro.
“Fortemente e affettuosamente sollecitata da un gruppo di amici, il buon Mario Lepore ci credeva molto e più volte aveva tentato di convincermi, nonostante tutti gli impegni lavorativi e familiari, mi ero determinata a tentare la composizione di una lista per concorrere alle prossime consultazioni elettorali del 10 giugno. – ha spiegato la Di Cristinzi – I prerequisiti erano il tentativo di rinnovamento, la scelta di persone non compromesse con il potere e con la politica in genere, l’alternativa al dejà vu, il rifiuto del nuovo e temuto populismo grillino. Ebbene, una volta presa la decisione di provarci, mi sono spesa in tentativi, contatti, riunioni”.
“Ho provato a comporre una lista trasversale, civica, avulsa da schieramenti di destra e di sinistra e da conflitti di potere. – ha proseguito – Ho contattato amici, esponenti della società civile, persone che stimo, serie, oneste, non compromesse, adamantine, impegnate nel sociale, professionisti, insegnanti, commercianti, persone di ogni ceto sociale e ogni tipo di cultura, con il solo necessario minimo comune denominatore dell’amore per la città in cui viviamo, del desiderio di perseguire il bene comune, della carenza di interessi personali. Ho avvicinato molte persone e la maggior parte degli interpellati mi ha risposto ‘No, grazie. Apprezzo, condivido, ti appoggio dall’esterno, ma la politica, così come è diventata oggi non fa per me’. Si è stretto attorno a me un gruppo solido, leale, ristretto di circa dieci persone. Un bel risultato, considerando il poco tempo a disposizione. Molto, ma non abbastanza”.
“Allora, a malincuore, abbiamo dovuto, i miei ed io, cominciare a guardare fuori, ad altri piccoli gruppi, per tentare una fusione sulla base degli stessi ideali. – ha detto l’avvocatessa – Ebbene, è risultato impossibile. Ogni gruppo era animato da una diversa storia, da idee e proponimenti altri, ogni gruppo era capeggiato da un leader che non intendeva cedere il passo ad un altro capolista, salvo poi candidarsi nelle liste presentate sabato con altri candidati sindaco che, a questo punto devo pensare, saranno stati giudicati migliori di me”.
“Intorno a giovedì della scorsa settimana ho avuto chiaro il quadro e ho deciso di rinunciare piuttosto che cedere a compromessi, eppure sono fioccate offerte di ogni genere. – ha continuato la Di Cristinzi – Ho sciolto le fila e ho detto ai miei sostenitori di ritenersi liberi, anche di candidarsi con altri. Nessuno lo ha fatto, fedelissimi e leali. Colgo qui l’occasione per ringraziarli anche se preferisco non nominarli uno per uno per motivi di riservatezza”.
“Che dire, forse ci saranno altre occasioni in futuro – ha concluso – iniziando a lavorare prima al progetto. Non ho demorso, non ho gettato la spugna. Ho solo dovuto accettare la realtà e la difficoltà della cosa, ancora maggiore in considerazione della circostanza che mai avrei accettato compromessi di alcun genere. La politica è attività nobile dell’essere umano, arte difficile e costitutiva, e non può essere intesa quale ricerca di visibilità, di potere personale, di poltrona e accomodamento, né tantomeno come un lavoro in mancanza di altro”.
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