![Paola Matteo](https://www.molisenetwork.net/wp-content/uploads/2018/04/Paola-Matteo-1-780x410.jpg)
CAMPOBASSO – Tempi di lavoro con quelli della famiglia una discriminante per le donne alla loro carriera.
Paola Matteo di Orgoglio Molise candidata per il centrodestra alle Regionali puntualizza sull’argomento.
“Anche io sono una mamma ed una lavoratrice – osserva la Matteo – con due bambini piccoli vivo quotidianamente questa difficoltà e sono consapevole della straordinaria capacità multitasking delle donne, ma sono altrettanto convinta che la donna, anteponendo sempre l’amore per i propri cari al lavoro, spesso, per questo motivo, paradossalmente viene penalizzata e costretta a scegliere tra la famiglia e la carriera. Il mio impegno, se eletta – prosegue la Matteo – sarà quello di promuovere e far riconoscere la centralità dell’occupazione femminile nelle politiche di crescita affinchè la conciliazione famiglia – lavoro non sia più il fattore determinante della mancata occupazione femminile e la difficoltà a conciliare i tempi di lavoro con quelli dedicati alla famiglia, non costituisca più il “prezzo” per le donne da pagare, soprattutto in termini di mancata partecipazione al lavoro e neppure più il “costo” a carico del mondo lavorativo in termini di perdita di risorse e professionalità.
Ma per raggiungere questi obiettivi occorre partire con l’implementare i servizi di supporto nelle attività di cura, come ad esempio potenziare gli asili nido, sostenere forme di orario di lavoro flessibile sui luoghi di lavoro e nello stesso tempo promuovere la condivisione dei ruoli all’interno della famiglia, al fine di ridistribuire i carichi di lavoro domestici, difficoltà quest’ultima che scoraggia le disoccupate alla ricerca attiva di un’occupazione, rende difficile la progressione di carriera fino ai casi “estremi” di fuoriuscita dal mercato del lavoro. In Italia, infatti, proprio il divario occupazionale tra uomini e donne, le rigidità nell’organizzazione del lavoro e la carenza di servizi risultano essere aspetti strettamente collegati e rappresentano fattori determinanti del “gender gap” nel mondo del lavoro.
La “rigidità” del lavoro -continua Paola Matteo- in termini di orari, spazi e modalità organizzative, rappresenta uno degli ostacoli principali nell’ambito della conciliazione tra vita familiare e lavorativa e riguarda soprattutto le donne che, a causa della doppia presenza, spesso si trovano in situazioni di svantaggio e di discriminazione rispetto agli uomini.
Un’organizzazione del lavoro troppo rigida comporta infatti una penalizzazione delle carriere delle donne che si vedono costrette a uscire dal mercato o a scegliere lavori meno qualificati o precari, pur di avere gradi di flessibilità che permettano loro la cura dei figli o degli anziani in famiglia. Ricordiamo che in Italia una madre su quattro, a distanza di due anni dalla nascita del figlio, non ha più un lavoro, in Molise dopo il primo anno dalla nascita del figlio. Allora- conclude la candidata- maggiore offerta di servizi, accanto all’introduzione di tempi e modalità di lavoro più flessibili, possono costituire un incentivo e una facilitazione, consentendo come risultati una maggiore produttività e soddisfazione; maggiore dedizione al lavoro e capacità di conciliare vita lavorativa e professionale. La conciliazione tra lavoro e vita privata è un fattore essenziale della qualità della vita nelle società moderne e ne rappresenta un obiettivo comune.
Un ambiente di lavoro più flessibile sia sul piano spaziale che temporale può contribuire a ridurre le disparità esistenti tra lavoratori e lavoratrici con riferimento all’ingresso nel mondo del lavoro, alle opportunità di carriera e alla retribuzione. Dare e garantire alle donne il lavoro significa anche garantire loro una indipendenza economica ed una autonomia che nella maggior parte dei casi, quando non c’è, induce le stesse a tollerare in silenzio, tra le mura domestiche, maltrattamenti e violenza. Dare e garantire alle donne la conciliazione famiglia – lavoro significa anche indirettamente tutelare la loro salute psico-fisica ma non solo, perché è attraverso la salute della donna che passa la salute della famiglia e di una società”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA