TIANGONG 1 – Tutto quello che bisogna sapere sul rientro della stazione spaziale cinese

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MOLISE – La stazione cinese Tiangong-1 sta per arrivare sulla Terra ma fare delle previsioni circa il dove e quando è ancora molto difficile, il rischio individuale di essere colpiti è comunque estremamente basso.

Il “Palazzo Celeste” è la prima stazione spaziale cinese, lanciata nello spazio nel settembre 2011. A marzo 2016, i contatti con Tiangong sono stati persi e questa ha iniziato la sua discesa in modo incontrollato. A parlarci più dettagliatamente dei rischi e delle possibilità reali che la stazione spaziale cada proprio sull’Italia, in particolare sulla nostra piccola regione, è il giornalista scientifico Amedeo Bonanni.

“Il fatto che Tiangong non risponda più ai comandi – afferma Bonanni – impedisce di fare ciò che normalmente viene fatto a qualunque satellite e cioè guidare il rientro e la caduta in un punto dell’Oceano Pacifico, considerato il cimitero dei satelliti. Di conseguenza la stazione si abbasserà fino a quando, ad un’altezza di 100 km, incontrerà l’atmosfera e comincerà a distruggersi. Il problema è che, quando incoccerà l’atmosfera, la stazione comincerà a rotolare rendendo estremamente difficile una previsione su il punto di caduta e anche su quali pezzi potranno sopravvivere alla caduta. L’orbita seguita da Tiangong non è equatoriale ma inclinata, per questo anche la nostra nazione è tra quelle ad alto rischio”.

“Una stazione spaziale a quell’altezza – continua l’esperto – viaggia sui 28mila km/h ma l’impatto con l’atmosfera la frenerà in un modo incredibile. Innanzitutto, alle temperature che si sviluppano con l’attrito con l’atmosfera, parliamo di migliaia di gradi, il grosso diventerà vapore. Dopodiché a circa 30km di altezza si calcola che la stazione avrà perso tutta la velocità, i frammenti saranno solo pezzi di ferro e a quel punto comincerà la caduta verticale a circa 300km/h. La stazione ha componenti, come i motori e i serbatoi, abbastanza resistenti da poter reggere e non essere vaporizzati completamente, quindi qualcosa arriverà a terra”.

A quanto sembra, però, non dovremmo preoccuparci più di tanto. Il rischio che un singolo individuo ha di essere colpito da un frammento è così basso da essere paragonato alla possibilità di essere colpiti da un fulmine due volte nello stesso anno. A spiegarlo è proprio Amedeo Bonanni, il quale racconta che dall’inizio dell’era spaziale ad oggi sono ricascate sulla Terra circa 5400 tonnellate di materiale. Tra l’altro nessuno è mai rimasto ferito, anzi, ha fatto il giro del mondo la storia di Lottie Williams, una donna statunitense colpita da un pezzetto di ferro caduto dal cielo. Il frammento era così piccolo e leggero che Lottie si è sentita semplicemente toccare la spalla, senza riportare alcuna ferita.

“Il vero problema è che la finestra del rientro è larghissima – prosegue il giornalista – si potranno avere dei dati più precisi 16 ore prima dell’impatto. Ricordiamoci che è un ventaglio di possibilità, proprio per il fatto che non c’è controllo e non si accendono motori, di conseguenza farà tutto l’atmosfera. Esiste un rischio marginale e le agenzie spaziali stanno tenendo d’occhio la caduta di Tiangong, in collaborazione internazionale, e probabilmente un allarme ci potrà essere”.

“Solo poche ore prima si definirà un’area – conclude Bonanni – che potrà essere grande non meno di due o tre regioni italiane e, in quell’area, potrà essere utile limitare le attività all’aperto”.

Dunque nulla da temere, anzi con un pizzico di fortuna si potrà assistere ad un bellissimo spettacolo nel cielo, gli oggetti incandescenti infatti potrebbero lasciare una scia luminosa e dalla Terra sembrerà di guardare il passaggio di una meteora.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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