POLITICA – Frattura e Ruta, avremmo voluto vederli all’opera sul campo da “soldati semplici”

Frattura e Ruta
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CAMPOBASSO – Leggiamo di dichiarazioni sensazioni  e scontri verbali fino all’ultima ora, ieri notte, giunte al limite della sopportazione dopo un tira e molla estenuante, snervante certamente doloroso ed umiliante per certi versi per alcuni che lo hanno vissuto. Il Pd riprende i suoi pezzi per strada, Ruta e Frattura vaporizzano le proprie velleità, il partito democratico e il centrosinistra con Carlo Veneziale, secondo Ruta, trovano la “continuità nella discontinuità”. L’ex senatore campobassano annuncia il ritorno tra i banchi di scuola in un istituto superiore di Bojano dove aveva lasciato la cattedra cinque anni fa promettendo, però, di fiancheggiare il suo Ulivo 2.0 Demcratic@ e centro democratico. Il governatore Frattura ovviamente con un laccio al collo e con un nodo pesantissimo in gola che gli consuma il morale e il respiro politico dice di essere sereno e che aiuterà il suo amico Veneziale nella campagna elettorale che sta per iniziare. Una maschera psicologica perché, ovviamente, il morale e la delusione sono sotto terra. Lui non si sarebbe mai aspettato di ritrovarsi in questo stato d’animo fuori dalla porta della competizione elettorale per un contrasto duro durissimo iniziato sulla sanità tre anni fa con Ruta e Leva e mai riparato con un passo utile e comune da una parte e dall’altra in direzione di una comprensione politica e di una convergenza che certamente avrebbe prodotto  altri risultati, diversi da quelli che si sono registrati oggi soprattutto per Frattura. Che non chiude le persiane alla politica. Vorrebbe in cuor suo rimettersi in gioco anche con un ruolo secondario, da consigliere, rispetto a quanto ha svolto sin qui, per spiegare soprattutto alla gente, porta a porta, quello che quest’ultima gli contesta.

E allora diciamo.

Non crediamo che il ritiro di entrambi in questo momento particolare al Pd porti “benessere” e buon umore visto le percentuali registrate nell’ultimo appuntamento elettorale. Per uno spirito di servizio di sacrificio e soprattutto di orgoglio per il partito e personale sarebbe stato coraggioso e forse disperatamente vantaggioso in qualche maniera rimetterli entrambi in pista e quindi in lista entrambi, fuori dalla lotta per il vertice della Regione, visto le incompatibilità che ne hanno segnato confini invalicabili, ma nell’arena elettorale a caccia di consensi popolari e misurarne da qui il peso dei loro ruoli svolti sino a oggi e della loro credibilità politica.

Aldo Ciaramella

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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