COMMEMORAZIONE – Il ricordo di Padre Giuseppe Tedeschi, il missionario ucciso dal fascismo

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JELSI – Si terrà a Jelsi la funzione religiosa in ricordo di Padre Giuseppe Tedeschi, il missionario salesiano originario del Molise che fu assassinato dai militanti fascisti.

Era il 2 febbraio del 1976 quando nella città de La Plata fu ritrovato il corpo martoriato di Giuseppe Tedeschi, nato a Jelsi 42 anni prima ed emigrato con la famiglia in Argentina nel 1950. Padre José venne torturato ed ucciso dalla Tripla A, Alleanza Anticomunista Argentina, la formazione paramilitare fascista promossa da alcuni professori di filosofia, i quali intendevano purificare scuola e chiesa attraverso gli insegnamenti del nazismo.

L’unica sua colpa era quella di aver aperto una scuola, un pronto soccorso, una biblioteca, un centro distribuzione generi alimentari, una falegnameria e delle cooperative nel barrios poverissimo di Villa Itati alla periferia di Buenos Aires. Padre José, infatti, non ha mai ceduto alle minacce degli squadristi ed ha continuato imperterrito nella sua missione con la volontà di aiutare indios, profughi e diseredati.

Sono tante le persone che ancora oggi in Italia, Argentina e Africa continuano a seguire il suo esempio aiutando poveri, migranti e rifugiati. Come Giuseppina Mainella, emigrante di Frosolone, che fa volontariato a Mar del Plata, alla quale è stata consegnata una targa. Insieme a lei tanti altri, Filomena Testa, Dante Ricchiuti, Giuseppe Valiante e altri emigranti molisani che continuano a sostenere i diseredati del barrios di Villa Itati seguiti da Padre Beniamino Stocchetti.

In occasione del 42°anniversario dell’assassinio di Padre Giuseppe Tedeschi si terrà come ogni anno una funzione religiosa alle 17.45 presso la Chiesa Sant’Andrea Apostolo di Jelsi grazie alla disponibilità di Don Peppino Cardegna.

“Il vostro impegno di mantenere viva questa fiamma della memoria con l’attenzione posta su Giuseppe è qualcosa che mi riempie di orgoglio e gioia. – ha detto Filippo, fratello di Padre José – Soprattutto tenendo conto dei pensieri di Santa Maria Teresa di Calcutta, che sono una strada insidiosa e non facile da percorrere: ‘Non coltivare il rancore. Mai rinunciare a fare il bene. Il perdono ci dà, non ci toglie nulla. Così possiamo arrivare alla fede che ci daà la forza per proseguire. E, infine, l’amore che deve avvolgere ogni nostra azione’. Penso che non ci sia miglior modo per ricordare mio fratello che questa. Grazie a tutti!”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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