CAMPOBASSO – Giovanni Lombardi, ispettore superiore del Corpo di Polizia Penitenziaria in servizio a Campobasso, è il nuovo segretario regionale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE) del Molise. La sua nomina è stata formalizzata oggi a Roma dal segretario generale Donato Capece.
Lombardi, con una lunga esperienza professionale e sindacale, sarà affiancato da due vice: il sovrintendente del Corpo Mario Angiolillo, e l’assistente capo della Polizia Penitenziaria Carmine Maglione, entrambi in servizio a Larino. Resta coordinatore regionale Luigi Frangione.
“Il Molise, pur essendo una piccola Regione- commentano Lombardi e i due vice segretari regionali – ha diverse situazioni critiche e complicate.
Le criticità sono significative nonostante l’alta professionalità e l’umanità delle donne e degli uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria in servizio in regione. Le tensioni ci sono, eccome”.
Il 28 febbraio scorso le carceri molisane ospitavano 347 persone, a fronte di una capienza regolamentare di 250 posti letto regolamentare nei tre carceri Campobasso, Larino e Isernia.
Un anno fa erano, complessivamente, 290 le persone ristrette. L’istituto penitenziario del Molise più affollato è quello di Larino (183 presenze), seguito da Campobasso (131) e Isernia (51): sempre alto è il numero degli eventi critici che accadono ogni giorno nelle celle.
Nel 2016 sono stati davvero tanti: 42 atti di autolesionismo, 2 tentati suicidi sventati in tempo dalla Polizia Penitenziaria, 14 colluttazioni, 18 ferimenti, 1 evasione da semilibertà.
A Campobasso il numero più alto di colluttazioni: 8, e di ferimenti: 14.
Donato Capece, segretario generale del SAPPE, rivolge le sue congratulazioni ai neo nominati dirigenti sindacali del SAPPE regionale ed esprime un particolare apprezzamento ai poliziotti penitenziari del Molise: “E’ solamente grazie ai poliziotti penitenziari, gli eroi silenziosi del quotidiano a cui va il ringraziamento del SAPPE per quello che fanno ogni giorno, se le carceri reggono alle costanti criticità penitenziarie. Queste aggressioni sono inaccettabili e vanno condannate con fermezza.
Contiamo ogni giorno gravi eventi critici nelle carceri italiane, episodi che vengono incomprensibilmente sottovalutati dall’Amministrazione Penitenziaria.
Ogni 9 giorni un detenuto si uccide in cella mentre ogni 24 ore ci sono in media 23 atti di autolesionismo e 3 suicidi in cella sventati dalle donne e dagli uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria. Aggressioni risse, rivolte e incendi sono all’ordine del giorno e i dati sulle presenze in carcere ci dicono che il numero delle presenze di detenuti in carcere è in sensibile aumento. Ed il Corpo di Polizia Penitenziaria, che sta a contatto con i detenuti 24 ore al giorno, ha carenze di organico pari ad oltre 7.000 agenti. Da quando sono stati introdotti nelle carceri vigilanza dinamica e regime penitenziario aperto – conclude – sono decuplicati eventi gli eventi critici in carcere”.
Se è vero che il 95% dei detenuti sta fuori dalle celle tra le 8 e le 10 ore al giorno, è altrettanto vero che non tutti sono impegnati in attività lavorative e che anzi trascorrono il giorno a non far nulla.
“E’ grave che sia aumentano il numero degli eventi critici nelle carceri da quando sono stati introdotti vigilanza dinamica e regime penitenziario aperto. Nell’anno 2016 ci sono infatti stati 39 suicidi di detenuti, 1.011 tentati suicidi, 8.586 atti di autolesionismo, 6.552 colluttazioni e 949 ferimenti. E questo deve fare capire in quali condizioni sono costretti a lavorare i poliziotti penitenziari in Italia e nel Molise in particolare, spesso vittime loro stessi della follia delinquenziale di certi detenuti”.
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