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VENAFRO – Umberto Taccola, livornese di nascita ed isernino di adozione, se n’è appena andato a 95 anni di età là dove si era trasferito da tempo, la Sardegna, dopo tre decenni (1980/2009) trascorsi in Molise, esattamente ad Isernia. Del maestro, amico di tanti e dal carattere aperto e gioviale, l’intera nostra regione conserva un ottimo ricordo come artista e come uomo.
Di tutto ciò si fa interprete anche Venafro dove Umberto Taccola ebbe modo di illustrare col suo tratto essenziale, immediato e pulito tanto delle bellezze ambientali, storiche, artistiche ed umane della città e del suo territorio. Tra le molte opere aventi come soggetto Venafro ricordiamo del pittore la sua pregevole riproduzione di Castello Pandone, che l’artista toscano eseguì il 25 giugno 1983 in coincidenza con l’emissione del francobollo “Il Castello” da parte di Poste Italiane. Vi è raffigurato l’imponente involucro medievale che fu del Principe Enrico Pandone e che sovrasta a nord l’abitato venafrano.
Il magnifico castello venafrano, oggi sede anche di importante pinacoteca nazionale, venne “visto” da Taccola da nord/ovest. Col suo ineguagliabile tratto il maestro lo ripropose così come si presentava nel 1983, prima cioè dei successivi interventi di restauro. Risultano bellissimi e magnifici, ammirando tale opera venafrana di Taccola, l’originale ingresso occidentale dei cavalli, l’imponente roccia pedemontana su cui il Pandone venne realizzato, la cinta merlata ed il suggestivo belvedere di epoca rinascimentale, successivo cioè alla costruzione dello stesso castello. Spiccano poi nel dipinto di Taccola rocce e pietre che caratterizzavano nei decenni andati la storica costruzione medievale venafrana.
Tonino Atella
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