MEDICINA – “Summit” scientifico di spessore internazionale sulle malattie cardiovascolari alla “Cattolica”

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CAMPOBASSO –  Malattie cardiovascolari tra le principali cause di mortalità come prevenirle diagnosticarle e curarle.

In particolare le patologie del sistema cardio circolatorio causano 224.482 decessi (97.952 uomini e126.530 donne), pari al 38,8% del totale dei decessi: una percentuale così elevata è dovuta in parte al processo di invecchiamento della popolazione e alla scarsa natalità. Se ne parlerà nel corso dell’evento in programma il 19 novembre 2016 dalle ore 9.00 alla Cattolica di Campobasso, con la presenza di alcuni dei maggiori esperti di livello internazionale che si confronteranno sulla nuove strategie chirurgiche ed interventistiche per la cure di queste patologie.

In particolare si parlerà delle nuove metodiche e tecniche per la rivascolarizzazione del miocardio, una procedura “salva vita”, necessaria quando si è presenza di gravi disfunzioni cardiache.

Il convegno dal titolo “Myocardial revascularization in the current era” è stato promosso dal Dipartimento di Malattie Cardiovascolari della Fondazione, diretto dal dott. Carlo Maria De Filippo responsabile scientifico dell’evento insieme al dott. Carlo Canosa. Dopo i saluti del Direttore Generale, dott. Mario Zappia, interverranno, tra gli altri, il Prof.Antonio Maria Calafiore, già Primario della Cardiochirurgia dell’Ospedale di Chieti e Direttore del Centro “Prince Sultan Cardiac Center” a Riyadh in Arabia Saudita, uno dei presidi internazionali più accreditati per la cura di queste patologie, soprattutto in medio oriente.

Presidente del Corso è il prof. Massimo Massetti, Direttore dell’Area Cardiovascolare della Fondazione “Policlinico “Gemelli” di Roma. Le strategie cliniche e i percorsi clinici-assistenziali e di ricerca della Fondazione “Giovanni Paolo II”, vengono condivisi con la Fondazione “Policlinico Gemelli”, nell’ottica della formazione costante e dell’aggiornamento continuo. Il Centro molisano è diventato in questi anni un presidio di riferimento di rilievo nazionale, anche nell’ambito della ricerca cardiovascolare.

Andando alle note scientifiche e sui passaggi specialistici che verranno affrontati nel corso del dibattito tra esperti si esplicita che <Il cardine del sistema circolatorio è il cuore, che “pompa” il sangue che, a sua volta, convoglia le sostanze necessarie al nutrimento e quindi al funzionamento di tutto l’organismo.

Un sistema complesso che può “incepparsi” in vari modi, attraverso il malfunzionamento della pompa centrale o una disfunzione dei vasi sanguigni, o ancora a causa della fragilità di un’arteria o un suo irrigidimento e la conseguente incapacità di assorbire l’aumento della pressione sanguigna. Le coronarie possono andare incontro ad un processo degenerativo, detto “arteriosclerosi”.

Quando il restringimento supera un certo limite il cuore soffre e manifesta questo disagio ed è necessario un trattamento interventistico con l’angioplastica corocarica o chirurgico con la rivascolarizzazione miocardica chirurgica mediante bypass aortocoronarico. Si crea un ponte a monte e a valle del restringimento (“stenosi”) utilizzando un segmento di vena o arteria, in modo tale che il sangue invece di passare attraverso la coronaria ristretta, aggiri l’ostacolo.

In alcuni pazienti selezionati che necessitano della sola rivascolarizzazione dell’arteria interventricolare anteriore è possibile effettuare l’intervento con approccio mininvasivo in minitoracotomia sinistra ed a cuore battente utilizzando l’arteria mammaria sinistra (MIDCAB): attraverso un taglio di una decina di centimetri sotto mammario sinistro si può confezionare un bypass sull’arteria principale del cuore, a cuore battente.

Le variabili possibili in un intervento di by-pass coronarico sono pertanto molteplici e la particolare strategia chirurgica nel singolo caso va adattata in base alle lesioni coronariche e alle caratteristiche del paziente. Dalla rivascolarizzazione miocardica completa con condotti arteriosi alla strategia ibrida con accessi chirurgici mininvasivi combinati con le metodiche interventistiche dell’ angioplastica coronarica valutate dall’ “heart team>.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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