POST SISMA – Il dramma di San Giuliano e il terremoto del centro Italia ci facciano riflettere sul futuro immediato

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CAMPOBASSO – I rintocchi della tristezza e del ricordo, trenta, pari ai 27 bambini caduti sotto le macerie della Scuola “Jovine”  la maestra e due donne del paese, poi una distesa di suoni di campana, quelli evidentemente della speranza, della vita che continua e della forza di volontà ancora pienamente viva per cambiare le cose soprattutto sul piano sociale.  A San Giuliano di Puglia oggi è stato commemorato il lutto per quanto è accaduto 14 anni fa. 

Una tragedia che ha scosso all’epoca l’opinione pubblica e che allo stesso tempo ha stimolato una ricostruzione modello senza lasciare scie di polemiche. Un paese rifatto a nuovo, curato nei particolari, nella ricostruzione delle case con una spesa da capogiro di circa 400 milioni di euro, dotato di palestre poliambulatori auditorium scuole di ultima generazione, anche sovradimensionate probabilmente e una rete infrastrutturale e di servizi riconfigurata al meglio nel suo assetto funzionale in un territorio senza dubbio fragile prima del sisma decentrato dal resto della regione, reso, oggi, meno aspro e quindi più accessibile attraverso la rete stradale realizzata.

Un colpo d’occhio suggestivamente eccessivo sulla topografia e urbanistica del paese riproposte e portate a termine dopo il sisma, “abbagliante”, probabilmente troppo, rispetto allo scenario che ancora esiste nel resto del cratere dove ancora ci sono impalcature e imbracature di vecchi palazzi mantenuti in piedi per evitare crolli e dove c’è ancora qualche casetta di legno. Basta spostarsi di 4-5 chilometri, infatti, a Bonefro e qui diventa obbligatorio togliersi gli occhiali da sole per non incupire troppo la retina di fronte ad un agglomerato vecchio, grigio e scuro nelle case ovviamente usurate nei tempi e molte minate dal sisma ma soprattutto ancora ferito dalle scosse del 2002.

Il consigliere regionale Ciocca delegato al terremoto in Consiglio regionale stamane alla cerimonia di commemorazione della tragedia di San Giuliano a palazzo D’Aimmo  ha puntato l’attenzione nel suo intervento sullo stato di cose riguardo alla ricostruzione e sulle risorse ancora necessarie, suggerendo la mappatura di tutti gli edifici pubblici. Un problema quest’ultimo molto serio.

Insomma tutti parlano di innalzamento dell’asticella dell’attenzione di fronte al problema della sicurezza dimenticando probabilmente che non c’è, tra le tante cose ancora in piedi da ultimare, lo straccio di un piano per la messa in sicurezza del pubblico o di censimento benché minimo del patrimonio edilizio adibito a strutture sensibili, scuole, ospedali, caserme e tribunali su cui alcuni interventi dovrebbero essere programmati in via eccezionale soprattutto per quei fabbricati dove nel corso degli anni o non è stato fatto nulla o sono stati compiuti adeguamenti e ampliamenti che oggi alla luce di quanto succede andrebbero quantomeno verificati e studiati nelle loro certificazioni senza perdere neppure un minuto. Il terremoto di Marche e Umbria ci ha avvisati.

Aldo Ciaramella

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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