CAMPOBASSO – Mille e ottocento lavoratori in mobilità in deroga dai primi di giugno sono senza alcun sussidio sospeso dal Ministero del lavoro e quindi dalla Direzione nazionale dell’Inps. I Cristiano democratici sollevano il problema e scrivono alle istituzioni nazionali della Camera e del Senato. Una vicenda arrivata in aula anche attraverso un’interrogazione parlamentare. Insomma un vero dramma sociale perché oltre 700 famiglie prive di ogni reddito da gennaio 2016 e poco meno di 1000 famiglie che hanno riscosso solo parte del trattamento spettante per il 2015:
<Quello che vogliamo evidenziare più semplicemente – precisano Piera Liberanome e Roberta Iacovantuono del Coordinamento regionale e provinciale dei Cristiano democratici – è la condizione materiale di vita di persone che da otto mesi attendono di ricevere un trattamento spettante per legge e che non hanno diritto a conoscere le ragioni del blocco del pagamento delle loro indennità.
Perché serve un’interrogazione parlamentare per essere informati su un proprio diritto? Come mai dalla prima decade di giugno si è giunti a fine settembre e né il Presidente della Regione Molise e né i 1800 lavoratori sono stati messi a conoscenza dall’INPS sulle motivazioni del blocco dei pagamenti?> Quindi alcune osservazioni tecniche.
<Il 9 settembre scorso il Ministero del Lavoro – concludono Liberanome e Iacovantuono – ha accreditato alla Regione Molise 17.360.000 euro e quindi non si pone un problema di copertura finanziaria, ma persiste la sospensione nell’erogazione del trattamento e si accentua il disagio dei lavoratori e delle loro famiglie. In un territorio riconosciuto ufficialmente quale area di crisi complessa per la straordinaria perdita di posti di lavoro, in cui il 25% delle famiglie, secondo l’ISTAT, vive sotto la soglia di povertà e con un sistema sanitario commissariato ed il blocco del pagamento per i fondi della non autosufficienza dal dicembre scorso, non giova questa anomala ed ulteriore penalizzazione.
Dietro i numeri delle interrogazioni parlamentari ci sono i volti delle persone, le loro sofferenze di vita e le loro difficoltà ad andare avanti, per questo solleviamo la questione dal punto di vista sociale, perché il diritto alla sussistenza e alla cittadinanza non venga offuscato da oscure motivazioni burocratiche>.
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