ECONOMIA – Togliamo dalla “rianimazione” lo Zuccherificio

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CAMPOBASSO – Ancora problemi allo Zuccherificio, alla caldaia e di altro genere. Guasti che potrebbero accelerare un destino già scritto. Ieri mattina i motori del forno per l’avvio della produzione prima in funzione per un paio d’ore poi improvvisamente spenti, interrotti evidentemente da guasti meccanici alla caldaia e di altro genere e quindi subentro della disperazione e della rassegnazione degli operai. Una mini campagna quella approntata da qualche giorno di qualche migliaia di tonnellate che avrebbe dovuto salvare la stagione per quest’anno, necessaria, tra l’altro, per mantenere la quota zucchero per l’ultima stagione, voluta dalla Ue e che ha fatto perciò confluire decine di camion e tir al completo carichi di barbabietola provenienti per lo più dalle regioni limitrofe. Ora ovviamente si cercherà di riparare l’inconveniente,annunciato o meno non si sa, per ripartire, ma i sindacati già ieri hanno suonato, come  si suol dire, le “campane a morte” dello Zuccherificio ormai incapace di proseguire nelle condizioni in cui si trova in mezzo ad una aggrovigliata tempesta di problemi tecnici, organizzativi e finanziari che hanno superato il collo. Una struttura comunque con suo specifico potenziale e con prospettive tuttavia non trascurabili in cui lo zucchero potrebbe ritrovare le sue dovute quote di mercato che però non è entrata, sebbene 13 Bandi pubblicati e pubblicizzati a tutto spiano, in alcuna manifestazione di interesse di qualsivoglia imprenditore alla modica cifra di 6,5 milioni dai trenta di partenza dove tra l’altro, ora, c’è il dramma di 71 lavoratori il cui ombrello previdenziale verrà tolto sulla loro testa il 25 settembre data in cui scade la cassa in deroga. La politica e gli addetti ai lavori devono operare una corsa contro il tempo quindi, per salvare una campagna produttiva ai minimi termini ma l’unica fiammella di speranza per poter proseguire in ulteriori tentativi di cessione attraverso successivi Bandi o per studiare e organizzare altri percorsi credibili e concreti su cui soltanto l’autorità giudiziaria può dare disposizioni. Insomma un tema caldissimo che si gioca sul tavolo dell’agroalimentare regionale dove tutti accorrere per salvare il salvabile. Perdere un pezzo così importante e distintivo della ruralità in generale regionale marchio di un territorio in cui la barbabietola era o è un accredito importante della sua economia e della sua specificità tradizionale e quindi imprenditoriale, rappresenterebbe un tonfo all’indietro durissimo per il sistema agricolo che invece superato l’esame di una sua radicale riconversione potrebbe guardare agli aspetti più competitivi della sua organizzazione e delle sue produzioni da cui lo zucchero potrebbe riacquistare una parte interessantissima nel paniere produttivo locale. Spazziamo via il de profundis di stamattina intonato dal sindacato e dimostriamo con uno scatto e un sussulto di orgoglio di poter ridisegnare il settore e lo stesso Zuccherificio per ripiazzarlo in una nuova sua dimensione industriale.

Aldo Ciaramella

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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