PSICOLOGIA – Il cervello è dipendente dalle ricompense e gli sviluppatori della tecnologia lo sanno

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PSICOLOGIA – Che cosa hanno in comune un lombrico e l’utente di un qualsiasi programma informatico? Reagiscono allo stesso modo, pur avendo, l’umano, un cervello un centinaio di volte più grande! Ed entrambi sono stati oggetto di studio da parte degli psicologi per decenni, perché seguono alcune regole comuni.
Il lombrico segue una logica di comportamento simile all’essere umano, nel senso di mantenere l’omeostasi, cioè mantenere una condizione interna stabile quando interagisce con ciò che lo circonda attraverso un meccanismo di punizioni e ricompense offerte dall’ambiente. Una di queste logiche di condotta finalizzate all’equilibrio è rappresentata dal meccanismo ricompense-punizioni. Nel caso del lombrico, che possiede un sistema nervoso basico, si è rilevato che l’animale era in grado di rispondere ad un training che consisteva nel riuscire ad uscire da un labirinto a forma di T, quando ad una estremità il povero lombrico riceveva una scossa e all’altra no. Quindi è semplice, fuggiva dal pericolo per avvicinarsi alla ricompensa. Questa semplice formula viene utilizzata sia per il lombrico che per l’essere umano, che si tratti di scossa elettrica, cibo o di notifiche su Facebook negli esseri umani.

Bene, ora che abbiamo chiaro questo principio di base del comportamento ci si potrebbe chiedere che cosa può aumentare la probabilità che questo si verifichi più spesso. La chiave sono i rinforzi. Un rinforzo è uno stimolo (un pulsante, un dolce, il vostro stipendio mensile … ) che, quando vi viene offerto aumenta la probabilità che si verifichi quel dato comportamento in base alle conseguenze positive che ne sono derivate. Tutti ricorderete un classico della vostra infanzia: “Se fai i compiti potrai guardare la TV”.
Ora sono i progettisti di prodotti tecnologici coloro che si occupano di ingegneria comportamentale. Ma attenzione perché questi rinforzi non si relazionano semplicemente col guardare la televisione, la loro natura e origine è molteplice e non sempre evidente.

Ci sono molti tipi di rinforzi: di valore primario legati a funzioni di base come il cibo, il sesso, bere. Quelli secondari sono legati alla storia di ogni individuo e quelli generalizzati che permettono l’accesso ad altri rinforzi come punti, gettoni o denaro, vale a dire sono intercambiabili con altri. La loro natura può essere relazionata con oggetti fisici o attività che permettono di sperimentare situazioni piacevoli, in cui il valore di rinforzo è esercitato da altri individui attraverso lodi, sorrisi, oggetti, regali ecc …
Pensate ogni volta che guardate il cellulare, i progettisti hanno già pensato ad introdurre nella barra di notifica questi rinforzi: ad un amico piace il vostro ultimo post di Facebook, due persone hanno retweettato, tre amici vi scrivono “ciao, come stai?” su WhatsApp e un’applicazione vi informa su un nuovo sconto disponibile. Non state facendo altro che rispondere a degli stimoli, (sociali in questo caso) come i lombrichi del labirinto o i cani “salivanti” di Pavlov.

Oltre al rapporto funzionale organismo-ambiente, cosa accade di preciso nel cervello durante questi processi? Già negli anni 50 Olds e Milner avevano scoperto un nucleo nel cervello, il nucleo accumbens, che se stimolato elettricamente produce risultati soddisfacenti. lo studio di laboratorio è stato condotto con topi in grado di autostimolarsi con risultati sorprendenti: i topi smettevano di assumere qualsiasi comportamento che non fosse il tirare una leva, disposti a subire qualche “molestia” pur di accedere a questa. “Abbiamo scoperto il centro del piacere”, ma ulteriori indagini hanno portato a correggere la frase suggerendo invece che il nucleo accumbens è in realtà responsabile del meccanismo ricompense e aspettative. Ovviamente quando diciamo che il cervello è, ha o fa, stiamo utilizzando una metafora.
Il rinforzo intermittente, vale a dire che la ricompensa non viene concessa tutte le volte che viene eseguito un comportamento, è uno dei più modi potenti per mantenere dati comportamenti. Offrire una ricompensa a intervalli di tempo, ricevere un premio di tanto in tanto … in definitiva, continuiamo ad aspettare.

Uno dei più influenti psicologi del XX secolo, B.F. Skinner, ha concentrato il suo lavoro sul condizionamento. Ha dimostrato che uno dei modi più potenti per far sì che una persona perpetui un dato comportamento con maggior gratificazione, è rappresentato dal rinforzo intermittente. Si possono riportare diversi esempi legati alla quotidianità, ad esempio giocatori di slot machine che continuano a puntare soldi aspettando il rinforzo sotto forma di bonus o jackpot, o quando ossessivamente si controlla la casella di posta elettronica per vedere se è arrivata qualche e-mail.
Nel momento in cui si progettano delle applicazioni, queste cose vengono tenute in grande considerazione. Lasciare l’utente “in attesa” è una strategia vincente … sempre che alla fine si riceva la ricompensa!

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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