CAMPOBASSO – “Le vicende di Mafia Capitale hanno portato alla luce un sistema omertoso, pervasivo ed illegale, che aveva permeato la pubblica amministrazione, le imprese e parte delle rappresentanze istituzionali della principale città italiana. Una cricca di affaristi senza scrupoli si era annidata nei gangli amministrativi interni e condizionava gli appalti, l’acquisto di beni e servizi, la gestione del personale e le priorità sugli investimenti da effettuare. Se Roma è caduta nelle mani delle mafie e tutti lo negavano fino all’esplosione dell’inchiesta giudiziaria, qualcuno si illude di far sparire il rischio negando la strategicità della trasparenza nella gestione delle istituzioni, o confinando il problema solo nelle quattro regioni del Sud dove imperversano mafia, camorra, ndrangheta e sacra corona unita? In queste settimane si susseguono gli allarmi, le inchieste, le denunce e gli scioglimenti di amministrazioni locali del Nord, per episodi connessi con l’infiltrazione della criminalità organizzata in quei territori. E’ evidente che le infiltrazioni mafiose si orientano verso le aree più ricche del paese, dove è più facile riciclare denaro sporco e fare profitti su grandi opere ed attività speculative. Ma questa consapevolezza non ci esime dal dovere della prevenzione e di un costante controllo sul territorio, sul cambio di proprietà delle imprese, sulla gestione degli appalti e dei sub-appalti, sulla trasparenza delle amministrazioni pubbliche e sul mantenimento degli Uffici Giudiziari e delle Forze di Polizia in Molise”.
Così il consigliere regionale Michele Petraroia annuncia la Mozione sulla Legalità che sarà trattata nella seduta consiliare regionale del 14 giugno prossimo.
La convinta ed unanime azione di difesa della Corte d’Appello di Campobasso è strettamente connessa alla salvaguardia dei Comandi Regionali delle Forze dell’Ordine, dei Reparti Specializzati e di tutte quelle strutture tecniche, operative e di supporto indispensabili per garantire la giustizia di prossimità ed il rispetto delle leggi.
“Necessita una più convinta azione istituzionale nei confronti dei Ministeri competenti per evitare un progressivo smantellamento della presenza dello Stato sul nostro territorio. La giusta difesa della Prefettura di Isernia deve sommarsi alla giusta difesa della Legione Carabinieri del Molise, alla salvaguardia della Corte d’Appello e al mantenimento degli organici complessivi delle Forze dell’Ordine. Nei prossimi mesi sarà attuata l’unificazione del Corpo Forestale dello Stato con l’Arma dei Carabinieri, ma per il Molise questo adempimento di legge non potrà tradursi nel taglio degli organici, altrimenti ne uscirà indebolita l’azione di contrasto all’illegalità e di prevenzione sul territorio. Le norme nazionali prevedono di assegnare alle comunità locali, sotto nomi di copertura, esponenti della criminalità organizzata che hanno scelto di aderire a programmi di copertura e collaborano con la giustizia. E’ evidente che non tutti i boss malavitosi che scelgono questa strada si astengono dal commettere nuovi reati nei territori di destinazione. Capita che mettono su imprese, promuovono attività e operano sul mercato, non sempre in modo lineare. Per questa ragione non ci si può permettere di perdere competenze, ruoli, funzioni di coordinamento, dotazioni di personale e uffici. L’esempio di Roma con Mafia Capitale ci dice che nessuno può dirsi al riparo in Italia e men che meno è al riparo il Molise alle prese con innumerevoli criticità di ogni genere, natura e causa”.
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