
ERARIO – Se l’Italia fosse come il Trentito Alto Adige l’evasione fiscale sarebbe solo un triste ricordo. Purtroppo la realtà è ben diversa e la punta del Nord est somiglia più a una mosca bianca che alla regola. Secondo la Cgia di Mestre, infatti, le regioni del Nord, con in testa le province autonome di Trento e Bolzano, guidano la classifica della “fedeltà” fiscale in Italia, mentre l’area di più alta rischiosità nel rapporto con l’Erario si riscontra al Sud, con maglia nera per la Calabria.
Per arrivare a questo risultato la Cgia ha messo a confronto i risultati emersi dall’analisi di 5 indicatori relativi a ciascuna delle 20 regioni d’Italia: ovvero, l’incidenza dei redditi dichiarati sui consumi; la quota dei redditi dichiarati su quelli disponibili; il tasso di irregolarità degli occupati; la litigiosità fiscale e la stima della compliance degli studi di settore. “Secondo le stime del Governo – segnala il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo – l’evasione di imposta presente in Italia si aggira attorno ai 90 miliardi di euro all’anno.
Essendo pressochè impossibile ripartire in maniera puntuale a livello territoriale questo mancato gettito, sappiamo, dai dati del ministero dell’Economia, che al Sud il rapporto tra le imposte evase e il gettito potenziale è più elevato che nel resto del paese. E in alcuni casi sfiora il 60 per cento, ovvero 60 centesimi di gettito evaso per ogni euro regolarmente versato. In linea teorica, comunque, possiamo affermare che 20,9 milioni di cittadini residenti nel Mezzogiorno (Sardegna esclusa) presentano una rischiosità fiscale molto elevata, mentre il livello di pericolosità dei 39,9 milioni di abitanti del centronord è relativamente molto basso (Lazio escluso)”.
La palma dei cittadini più ligi con il fisco spetta dunque ai residenti del Trentino Alto Adige, dove il grado di valutazione della fedeltà fiscale è il più elevato (indice pari a 166,4), seguono gli abitanti del Veneto e del Piemonte (entrambi con indice 133,5), quelli del Friuli Venezia Giulia (127,9), dell’Emilia Romagna (125,7), della Valle d’Aosta (123) e della Lombardia (121,5). Nella terza fascia, quella medio alta, troviamo gran parte delle regioni del Centro, capeggiate dall’Umbria (117,2), mentre l’Abruzzo (101,3) è pressochè in linea con il dato medio Italia (100).
La rischiosità fiscale più elevata, invece, la riscontriamo in particolar modo al Sud. Nella classe di fedeltà medio-bassa si inseriscono la Puglia (95,6), la Basilicata (94,5) e il Lazio (92,1). Infine, nella zona ad alta pericolosità fiscale troviamo il Molise(80,4), la Campania (79,7), la Sicilia (78) e, all’ultimo posto, la Calabria (73,8).
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