TERRORISMO – Interrogato il somalo nelle carceri di Larino

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CAMPOBASSO – Il somalo 21 enne fermato nel centro ospiti di Campomarino <Happy family>, giovedì scorso, accusato per istigazione al terrorismo e tradotto nelle carceri di Larino, per il Pm Carrai resta in carcere ad horas è attesa la valutazione del Gip Daniele Colucci. Quest’ultimo, infatti, stamane lo ha interrogato per circa due ore nel carcere della cittadina frentana ponendogli una serie di domande, assistito da un interprete di lingua araba, in merito a  ciò che è stato accusato dalla Procura della Repubblica di Campobasso sulla base delle indagini e delle intercettazioni ambientali. Il somalo per l’occasione ha rigettato tutte le accuse negando di essere un imam, di essere sul punto di programmare un attentato alla stazione di Termini a Roma e ha negato di essersi adoperato nel formare proseliti all’interno del centro di accoglienza, tra gli ospiti, per combattere la guerra santa. Quest’ultimi, come si sa dalla trascrizione nelle indagini, si erano preoccupati di riferite l’atteggiamento del somalo che sulla proiezione e diffusione di alcune immagini inneggianti alla Jihad, si è giustificato dicendo che lo faceva per sua informazione personale. Il somalo naturalmente assistito dall’avv. Antonio  Di Renzo del Foro di Campobasso ha risposto a tutto quanto gli è stato posto dal Giudice dell’indagini preliminari che dovrebbe emettere il provvedimento di conferma o meno della misura cautelare nel pomeriggio. L’avv. Di Renzo da parte sua spera, da quanto ha dichiarato, in una scarcerazione del somalo confermando che quest’ultimo si è cacciato in una situazione che non gli apparterrebbe certo che il suo assistito non ha affatto quel carisma che gli viene riconosciuto di trascinatore religioso e quindi di guida spirituale. Per l’avv. Di Renzo, le sue letture del Corano, la visione di video e l’accostamento ad alcuni profeti religiosi sono momenti di sua esigenza, formazione e curiosità prettamente personali più che elementi di incitamento all’attivismo dell’Isis.

Aldo Ciaramella

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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