TERRORISMO – Domani l’udienza davanti al gip per il somalo arrestato

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CAMPOBASSO – E’ stata spostata a domani davanti al Gip del Tribunale di  Larino l’udienza di convalida della misura restrittiva per il somalo arrestato ieri dalla Digos di Campobasso e attualmente detenuto nelle carceri della cittadina frentana. L’extracomunitario ospitato fino a ieri nella Comunità “Happy family” di Campomarino accusato di istigazione al terrorismo e di intercettazione audio e video

è stato ascoltato dal suo avvocato Antonio Di Renzo al quale ha raccontato di non aver fatto nulla di quanto gli è stato addebitato, di non essere un Imam  e di aver proceduto alla lettura del Corano al cospetto degli altri ospiti della Comunità essendo quest’ultimo l’unico luogo e modo per poterlo leggere e commentare. Naturalmente le accuse del Procuratore della Repubblica di Campobasso D’Alterio sono di tutt’altro tenore, irremovibili, basate su prove e intercettazioni ambientali che inchiodano il somalo non facendole arretrare per via di queste prime dichiarazioni tra l’altro al momento affidate al suo legale. Che ha osservato di raccogliere per i prossimi giorni tutte le posizioni del suo assistito compreso quanto traspare dalle intercettazioni che lo stesso somalo ha rilevato non essere sue. Ovviamente le indagini della Digos della Questura di Campobasso sotto il coordinamento del responsabile Giuseppe Cerrato e del dirigente dott. Giuseppe De Paola  vanno avanti spingendosi a fondo per conoscere i collegamenti che l’extracomunitario avrebbe potuto avere con l’esterno e da chi fosse aiutato nel progetto criminale che secondo la Procura, da tutti gli elementi raccolti, era quello di organizzare un attentato alla stazione Termini di Roma e di proseguire all’incitamento del sacrificio. Il contraccolpo a Campomarino è stato violento con posizioni popolari determinato. Dalla gente del posto che ha condannato l’episodio e questo tipo di accoglienza che porterebbe solo problemi alla comunità locale e in generale un drenaggio di risorse che potrebbero essere destinate ai bisognosi del Molise, al sindaco che preoccupato ha dichiarato di voler incontrare immediatamente il Prefetto poiché ormai a Campomarino sono più ospiti extracomunitari che abitanti, al responsabile della Cooperativa che ospita i profughi che ha sottolineato come una cellula marcia a volte può rovinare un programma di ospitalità e di integrazione che in questo caso era contraccambiato dai rifugiati con un efficace impegno nel lavoro socialmente utile e come il caso sia soltanto un caso isolato. Infatti Camilleri ha evidenziato la maturità e il buon senso degli altri ospiti di Happy family che hanno respinto alcune proposte e incitamenti del somalo a proseguire sulla strada del martirio e a denunciarne i comportamenti. Una situazione quest’ultima maturata come ha concluso il presidente della Cooperativa che scaturisce dal lavoro incessante e dai controlli che si effettuano sulla vita e i movimenti dei rifugiati da parte delle varie figure professionali che operano all’interno della cooperativa. La Questura smentendo, poi, che ci siano stati altrove in Molise blitz con finalità uguali a quelle di Campomarino ha confermato che trattasi di operazioni, sempre nei centri di accoglienza, portate avanti dalla Mobile di Campobasso per controlli sul traffico e smercio di sostanze stupefacenti.

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