TRUFFE AGLI ANZIANI – In due mesi 19 casi, si corre ai ripari nelle Chiese

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ISERNIA – “Un fenomeno vile e fastidioso“, così il comandante provinciale dei carabinieri di Isernia, Marco Cuccuini, ha definito le truffe ai danni degli anziani che, nei primi due mesi di quest’anno, hanno già fatto registrare, nell’isernino, 19 casi. Il 58% per fortuna scoperto.
Lo ha affermato nel corso di una conferenza stampa indetta questa mattina, insieme alla Diocesi di Isernia Venafro, al Comando provinciale di Ponte San Leonardo, sottolineando come  tali reati, anche grazie all’impegno di carabinieri e delle altre forze di polizia, siano diminuiti da 102 casi del 2012 a 77 nel 2015.
Presenti all’incontro con la stampa anche il comandante del Nucleo Investigativo Salvatore Vitiello e il comandante della Compagnia di Isernia Michele Canfora.
Il ten. col. Cuccuini e il vescovo, Camillo Cibotti, hanno poi annunciato l’avvio, d’intesa con la Prefettura di Isernia, di un’importante iniziativa: un ciclo di incontri nelle parrocchie per prevenire i fenomeni delle truffe che vedono sempre più spesso quali vittime gli anziani facilmente raggirabili. Gli appuntamenti (14 marzo alle 16.30 nella Cattedrale di Isernia, il 30 marzo 17.30 nella chiesa di San Giuseppe Lavoratore e l’8 aprile alle 16.30 presso la Madonna delle Rose a Venafro)  verteranno in una serie di consigli pratici e suggerimenti per mettere in guardia la popolazione. E sarà distribuito un vademecum redatto dal Comando provinciale.
I paesi della provincia, dove si assiste a un progressivo invecchiamento della popolazione, a un continuo spopolamento, con anziani spesso costretti a vivere in solitudine, sono terreno fertile per i malfattori che ne carpiscono la fiducia, facendo leva sulla buona fede e sui sentimenti, approfittando di uno stato di difficoltà.  Creano così ha dichiarato il comandante –non solo un danno materiale, sottraendo denaro e oggetti di valore, magari i risparmi accumulati con tanto sacrificio e sempre più spesso custoditi in casa, ma soprattutto creano un danno psicologico a queste persone. E’ per questo che la sicurezza non può essere competenza esclusiva delle forze dell’ordine, ma dev’essere sicurezza integrata con le altre Istituzioni. Una sicurezza partecipata”.
Da qui l’iniziativa congiunta. “Porteremo nelle parrocchie il nostro contributo – ha aggiunto – per evitare che questi spiacevoli episodi si verifichino”.
Ho espresso da subito il mio plauso a questa iniziativa, un segno di attenzione a chi si chiude nel silenzio e nel segreto della propria casa. Massima disponibilità da parte mia e dei parroci ad ospitare le forze dell’ordine – ha commentato il vescovo Cibotti, che ha voluto sottolineare come siano state le stesse persone anziane a chiedere una maggiore attenzione al fenomeno, offrendo sicurezza alle categorie più fragili e indifese, vittime più vulnerabili.
La sfiducia nei confronti delle Istituzioni  e degli Istituti di credito – ha continuato Cibotti – sta riportando in vita un’usanza quasi del tutto scomparsa: custodire i soldi sotto il mattone. Questi furti li privano non solo di tutti i risparmi, ma arrecano loro gravi conseguenze psicologiche, minano la fiducia in se stessi e danno la consapevolezza della solitudine“. Nel corso dell’incontro il vescovo ha voluto richiamare l’attenzione sulle violenza nei confronti delle donne. A loro l’appello: “Chi vive episodi di violenza in casa deve avere il coraggio di contattare le forze dell’ordine e denunciare“.

Il comandante ha voluto elargire anche alcuni consigli: “Non aprite la porta agli sconosciuti, non accettate in pagamento assegni da estranei – ha detto – In questo momento storico diffidate da tutto e da tutti“.
Meno categorico il vescovo Cibotti: “La fiducia va data alle persone giuste. Io direi – ha controbattuto – più che diffidenza, prudenza”.

vescovo carabinieri

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