EDILIZIA SCOLASTICA – Scuole sicure, sciopero bianco a Campobasso

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CAMPOBASSO – Scuole sicure ci risiamo. Lo sciopero bianco della scuola Elementare e dell’infanzia di via D’Amato a Campobasso iniziato questa mattina, ha riacceso la rabbia e le proteste dei genitori.
La vulnerabilità strutturale e l’ antisismicità  dei plessi scolastici della città e in gran parte della regione hanno ripresentato un problema antico, delicatissimo, mai prima affrontato con la responsabilità dovuta. In città ci aveva provato qualche anno fa la gestione Di Bartolomeo ma i suoi appelli e le sue minacce sono cadute nel vuoto. Tant’è che il nuovo sindaco Battista si è trovato una patata ardente tra le mani che non sa come disfarsene.
I genitori dei bambini soprattutto della scuola di primo grado hanno dichiarato che dalla prossima settimana impediranno in molte scuole la ripresa delle lezioni. Troppo rischioso l’ingresso nella aule di edifici costruiti negli anni ’70 e ’80, alcuni addirittura prima, che non offrono alcuna garanzia rispetto alle norme  di sicurezza primaria arrivate successivamente negli anni ’90 e 2000. Per il momento si aspettano perizie e controlli da parte dei tecnici comunali e una relazione di esperti dell’Università di Perugia pronti fra una decina di giorni. Nel frattempo regna il caos con provvedimenti tampone che accampano di mattino e pomeriggio ragazzi e bambini – scolari qua e là in città.

Il problema delle scuole sicure non è di oggi. E’ bastato uno sciame sismico per ricordarsi che il Molise è nella fascia altissima della sismicità in Italia nel bel mezzo di una faglia, quella del Matese, che fa paura a tutti. Ebbene nel corso degli anni invece di programmare l’edilizia scolastica tenendo presente questo  scomodo ed inquietante inquilino si sono costruiti edifici  laddove non servivano tant’è che oggi sono addirittura chiusi per mancanza di alunni o in molti casi  semivuoti  mentre non si è rafforzata la sicurezza di quelle strutture più vulnerabili soprattutto nei centri più popolosi come Campobasso ed Isernia dove in questi giorni vige lo sconforto totale per una situazione dove è difficile trovare e perciò dare una risposta rassicurante agli studenti, piccoli e grandi, e soprattutto ai loro genitori. I circa 200 milioni di euro spesi per nuove scuole con i finanziamenti del terremoto del 2001 ed attraverso altre misure economiche statali  oltre alle risorse messe in campo da alcuni Enti locali, hanno interessato plessi scolastici al momento fantasma.
Quasi inutilizzati, infatti, rispetto alle previsioni quelli di Torella, Castellino del Biferno, Sepino, Pietrabbondante, Monteroduni, Acquaviva Collecroce, altri costruiti o migliorati senza alcuna valutazione e sulla popolazione scolastica esistente, in regresso anno per anno (-1000 alunni nel 2015-2016) e sulle effettive necessità di aree urbane dove invece sarebbe stato il caso passare alla messa a punto di un piano straordinario per la realizzazione di nuovi edifici o poli scolastici, oggi sono la benzina  della contestazione. I soldi buttati, poi, in alcune realtà come San Giuliano di Puglia con opere fruite parzialmente perché troppo ingombranti e perciò poco o affatto adeguate alle esigenze di un tessuto scolastico di zona che si depaupera con il trascorrere degli anni, costituiscono un contro altare paradossale  a quanto sta succedendo in questi giorni soprattutto a Campobasso e Isernia.
Con il risultato di avere un patrimonio immobiliare pubblico scolastico che rimarrà quindi vuoto e abbandonato pronto a diventare sede di case di riposo o per  pensionati, considerato che sia le nascite che la scolarità in Molise hanno scalato ormai da qualche anno la hit parade nazionale, e un altro declassato e sconquassato strutturalmente su cui sarà difficile intervenire con un gettito finanziario notevole come richiederebbe il caso per mancanza di fondi sufficienti.

Aldo Ciaramella

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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