ISERNIA – L’importanza del caregiver nella cura dei malati, incontro – dibattito

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ISERNIA – L’ Associazione culturale informale Università delle Generazioni di Agnone, nella figura del Dr. Domenico Lanciano, e il Coordinamento Donne del Sindacato Pensionati Italiani della CGIL Molise invitano tutta la popolazione a riflettere sulla figura del “caregiver”.

Previsto per lunedì 30 marzo 2015  ore 15,30 nella “Sala Gialla” del Palazzo della Provincia di Isernia in Via Berta, l’interessante incontro-dibattito su “L’impegno dei caregiver nella cura dei malati” che da spazio a un tema che suscita già adesso tanto interesse, ma che è destinato ad avere ancora più importanza strategica in futuro nella vita delle famiglie e, di conseguenza, della società nel suo insieme.

La conferenza è organizzata dal Coordinamento Donne del Sindacato Pensionati Italiani della CGIL Molise. Le relazioni saranno tenute da Loredana Albertario (segretaria regionale Coordinamento Donne Molise), da tre figure professionali dell’Ospedale Veneziale di Isernia:  Egle Paolucci (neurologa), Annamaria Mastronardi (psicologa), Rita Viscovo (responsabile URP e coordinatrice AVO) e da Giovanni Variano (segretario generale SPI-CGIL Molise).

La figura del caregiver, ovvero colui che si prende cura di una persona con disabilità, è andata via via modificandosi nel corso degli anni. Il concetto di burden of care, il livello del carico assistenziale, è stato definito nel 1980 da Steven H. Zarit, gerontologo americano, come il senso di disagio psicofisico, sociale e finanziario del caregiver, la persona che assiste un familiare anziano, ed è rilevabile attraverso scale di valori approntate a tal fine e per ciò create e adattate negli anni alle varie realtà da indagare.

Prendersi cura quotidianamente di una persona con una disabilità causata da un’improvvisa e grave malattia, da un trauma accidentale, dal peggioramento delle condizioni cognitive, da una patologia cronica e degenerativa, da una malattia genetica invalidante e progressiva o dall’età avanzata, può essere, per chi fa assistenza, fisicamente ed emotivamente faticoso nonché economicamente dispendioso.

Accanto a caregivers definiti spontanei o informali esistono caregivers formali. I primi sono persone inesperte di assistenza che devono riuscire improvvisamente a occuparsi di un proprio congiunto malato, garantendo una cura continua e costante, facendo i conti con le proprie paure, il proprio dolore e cercando di affrontare le difficoltà economiche e l’aumento dello stress quotidiano che il caregiving comporta.

I caregivers formali sono invece assistenti legati al malato da un rapporto di lavoro. Il carico emotivo ed economico di questa figura formale sono inferiori o comunque diversi rispetto a quelli di un familiare.

In una società in cui il disagio nell’assistenza si tace volutamente, o passa inosservato e non capito, è ammirevole lo sforzo di tanti giovani che, con il loro assistere chi non è autosufficiente, regalano un po’ di serenità e di dignità a chi ha bisogno, spesso, anche solo di una parola di conforto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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