CRONACA – Tunisi, anche quattro italiani tra le vittime dei terroristi. Salvi i sei molisani

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CRONACA – L’Isis fa strage in Tunisia. Uccide ventidue persone e ne ferisce cinquanta al Museo del Bardo. Nei saloni dove è custodito il Corano Blu di Kairouan lo Stato islamico assassina i primi italiani. Quattro i nostri connazionali caduti sotto i colpi di kalashnikov e tredici quelli feriti dal commando composto da quattro, forse cinque miliziani, che ieri ha dato l’assalto al parlamento, ospitato in quella che era un tempo la sala del trono del bey, e poi al Museo del Bardo.

Tra le vittime Orazio Conte di Torino e Francesco Caldara, 64 anni, pensionato di Novara in crociera con la compagna Sonia Reddi (55). Morti pure un poliziotto, un autista di bus e due degli assalitori. Tra quanti si sono fortunatamente salvati figurano anche sei turisti molisani (Bojano) che si trovavano nel museo del Bardo al momento dell’irruzione dei terroristi. Si tratta di una coppia di coniugi, la sorella di uno dei due con il figlio, un cugino e un’amica di famiglia.

Due i terroristi arrestati dopo il blitz delle forze speciali tunisine: Jabeur Khachnaoui, originario della città di Kasserine, e Yassine Laabidi, di Ibn Khaldoun. Khachnaoui era scomparso tre mesi fa, poi si è fatto vivo chiamando i genitori con una scheda telefonica irachena. Un quinto complice è ricercato.

È mezzogiorno quando a Tunisi scoppia l’inferno. Tre jihadisti travestiti da agenti cercano di entrare nella sede dell’Assemblea dei rappresentanti del popolo che sta discutendo la nuova legge antiterrorismo proposta dal partito islamico Ennahdha. Legge che prevede l’impiego dell’esercito nelle città per garantire la sicurezza e dedica un intero capitolo alla lotta al riciclaggio di denaro sporco. I poliziotti veri si accorgono che qualcosa non va. Cercano di bloccare gli intrusi che, per tutta risposta, iniziano a sparare e si rifugiano nell’edificio accanto, il Gran Palais, parte integrante del Palazzo del Bardo e dove duecento turisti, la metà italiani, sono in visita nel secondo museo più importante d’Africa dopo quello egizio del Cairo. Partono i primi colpi e centrano le statuette greche in mostra nelle vetrine, poi i mosaici romani appesi sulle pareti. È il caos. In molti si gettano a terra, chi può fugge. Diciassette vengono falciati dalle raffiche, un centinaio vengono presi in ostaggio. Cinquanta restano feriti. La conferma arriva alle 13.15 dal Ministero dell’Interno tunisino.

Mentre i social network spediscono nell’etere le fotografie del sequestro scattate dagli stessi turisti. Alle 14 si viene a sapere che tra gli ostaggi, oltre alla folta comitiva italiana sbarcata dalle navi crociera Costa Fascinosa e Msc Spendida, ci sono spagnoli, tedeschi, polacchi e una quarantina di francesi. C’è una coppia di ebrei romani,Alberto e Anna Di Porto, 71 e 60 anni, genitori del rabbino capo di Torino. Riescono ad uscire dal museo e rassicurano i figli: «Siamo salvi». Degli 80 torinesi presenti sulle navi crociera, 20 sono dipendenti e pensionati del Comune, in gita con il Cral di Palazzo Civico con 14 familiari. «Due persone della nostra comitiva sono morte, una di Nova e l’altra di Torino. Altre tre sono rimaste ferite», racconta in lacrime Carolina Bottari, 54 anni, impiegata presso l’ufficio Patrimonio del Comune di Torino. Non è ancora chiaro chi siano gli altri morti italiani. Tutti, comunque, erano passeggeri della Costa Fascinosa, partita domenica scorsa da Savona.

Su Facebook gli italiani uccisi sarebbero otto. Dalla Farnesina non arrivano conferme. Mancherebbe all’appello un membro dell’equipaggio della Msc Splendida. All’ospedale Charle Nicolle di Tunisi sono stati ricoverati altri tre feriti italiani: madre e figlia, e un uomo. Ma la confusione è tanta dopo che alle 15 il blitz delle forze speciali mette fine al sequestro. Puntuale arriva la rivendicazione da parte dell’Isis.

Dalla Tunisia sono partiti 2.400 dei 15mila miliziani stranieri del Califfato. Altri novemila ragazzi sarebbero stati fermati dalle autorità di Tunisi mentre stavano andando in Siria a combattere. Lo scorso settembre il giuramento di fedeltà allo Stato islamico da parte del principale gruppo jihadista tunisino: la Brigata Okba Ibn Nafaa, gruppo legato ad al-Qaeda nel Maghreb islamico.

«Questo non è solo un attacco al turismo tunisino, ma anche a uno dei simboli della Tunisia, il Parlamento», afferma il deputato di Ennahda Osama al-Saghir, convinto che serva una «strategia comune» per sconfiggere il terrorismo. «Molti sono invidiosi del successo della Tunisia in questa fase transitoria, sono in agguato e colgono ogni occasione per danneggiarla», è sicuro il premier tunisino Habib Essid, che fornisce in serata un primo bilancio delle vittime: «Nell’attacco terroristico al Bardo sono morti quattro italiani, un francese, due colombiani, cinque giapponesi, un polacco, un australiano, due spagnoli, un turista di nazionalità non identificata, due tunisini: un autista di bus e un militare». In serata è morto uno dei sei francesi rimasti feriti. Salvo per miracolo un gruppo di donatori di sangue: sarebbero dovuti andare pure loro al Museo del Bardo. L’autista del bus ha visto troppa polizia in giro e ha fatto marcia indietro.

Fonte: www.iltempo.it

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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