FILIGNANO. A breve distanza dal “cambio della guardia”, prime “scaramucce” tra l’ex sindaco Romeo Pacitti ed il sindaco in carica Lorenzo Coia: Ce ne riferisce il collega Tonino Atella:
Dall’ex sindaco di Filignano, Romeo Pacitti, attuale esponente di minoranza nel rinnovato consiglio comunale del luogo, riceviamo il testo che segue. “Dopo lunghi giorni di intensa attività da parte del sindaco Coia, la stanchezza ha prodotto i suoi effetti. I continui impegni istituzionali puntualmente e dettagliatamente riferiti dalla stampa locale, che hanno costretto il sindaco addirittura anche a due incontri giornalieri con rappresentanti dei carabinieri, delle istituzioni in genere etc. …, hanno provocato il crollo di attenzione e di sensibilità portando allo scivolone di cui si riferisce. Nel consiglio comunale del 26 giugno u.s. alla presenza di quasi tutti i consiglieri comunali (assente solo Verrecchia), si è discusso di nove argomenti. Tutto è andato avanti così come da copione ormai con la maggioranza che unanimente e macchinalmente ha ripetuto il cenno affermativo indotto dal sindaco ( senza alcun contributo creativo o interpretativo) e con la minoranza che ha tentato di dissuadere i consiglieri di maggioranza dal ripartire con percorsi e soluzioni che la storia del Comune ha già condannato e che lo hanno portato sul lastrico. Nulla da fare, il copione è stato quello detto con pochissimi spazi di approfondimento. Tant’è !!! Anche questo è un modo di essere della democrazia. Quello che però ha sollecitato la vivacità del gruppo è stato il 7° punto all’ordine del giorno : intitolazione del Centro Sociale a Celestino Mancini. La minoranza ha fatto presente di non avere rinvenuto nei giorni precedenti alla riunione alcun carteggio o altra documentazione relativa all’intitolazione, se non una richiesta risalente dell’anno 2005 a firma dell’allora consigliere Mario Coia, per cui il curriculum della vita di Celestino Mancini letto in assemblea dal sindaco risultava essere totalmente sconosciuto. E’ stata richiesta comunque una copia da conservare negli archivi della minoranza. Fin qui anomalie tipiche di una gestione che “vola alto” dimenticando spesso il diritto di informazione perché troppo in basso. Il bello è venuto dopo quando su richiesta della minoranza circa il significato di “Intitolazione del Centro Sociale a Celestino Mancini”, il sindaco Coia pretendeva di assumere una delibera, anche immediatamente esecutiva, che valesse quale intitolazione ufficiale del Centro. C’è voluto del bello e del buono per convincere la maggioranza che il consiglio, a mente anche di una circolare del Ministero dell’Interno,non ha i poteri per legge di assumere tale decisione; che il percorso dell’intitolazione,oltre che essere di competenza della Giunta Comunale e non del Consiglio, prevede anche l’intervento della Prefettura nel procedimento preliminare. Alla fine la ragione ha prevalso sulla caparbietà di volere a tutti i costi,nella prima seduta utile del consiglio, manifestare la promessa riconoscenza ad un’appartenenza politica per il proprio contributo elettorale. Gli amministratori della maggioranza, pur continuando a ribadire che il personaggio merita ed addirittura il di lui figlio ha addirittura regalato alla biblioteca comunale i libri dismessi dalla sua professione di legale,hanno preso atto che la delibera aveva solo un significato consultivo e che si sarebbe attivato l’organo di governo del Comune per gli atti necessari ed utili. Abbiamo una grande stima ed un profondo rispetto per Celestino Mancini. Siamo però convinti con altrettanta forza che non gli si renda la riconoscenza dovuta con mezzucci e strategie politiche di basso livello. L’intitolazione deve nascere da un percorso di partecipazione condiviso, ampio e sentito. Siamo pronti a condividerlo da”ieri”. Agli amministratori della maggioranza l’invito a vivere tale loro impegno rispettando le regole della democrazia che devono vedere interpreti anche quei cittadini (47% c.a.) che fanno parte della minoranza per il bene comune della collettività”.
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