VENAFRO – La “bandarella” di San Nicandro nel racconto della maestra Rosaria Alterio

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VENAFRO. Mancano poche ore all’avvio ufficiale dei festeggiamenti in onore dei patroni della città, i santi martiri Nicandro, Marciano e Daria. Nel racconto della maestra Rosaria Alterio, affezionata lettrice di Molise Network, il ruolo della “bandarella” che a mezzanotte, partendo dal convento di San Nicandro, percorrerà le principali strade della città annunciando l’inizio della festa:

Anche le tradizioni impallidiscono e si spengono, alcune si trasformano, altre se ne creano. Nulla resta immobile in eterno. Il vecchio “Panta rei” di Eraclito del “tutto scorre”, “nulla permane” è sempre di grande attualità, ma la tradizione della “Bandarella” che corre nella notte che precede importanti festività è inossidabile e indistruttibile ai morsi del tempo. È una nuvola di germogli di chissà quante generazioni, ancora liberi e felici che sull’onda di pochissime note, traggono dai loro leggeri strumenti sempre lo stesso motivo, ripetutamente, quasi fino all’esasperazione che però ha una straordinaria piacevolezza di ascolto: forse perché arriva improvviso nella notte e passa rapido come un sogno. – È passata la “Bandarella” o l’ho sognata?- spesso ci si chiede al mattino.

Questa “Cometa musicale” vaga da mezzanotte all’alba con una bella coda di simpatizzanti venafrani i quali, dicono, per incoraggiare i giovanissimi bandisti, ma più spesso dicono altri, per partecipare a sicuri “spuntini” e veloci rinfreschi che parenti e amici allestiscono sotto casa per l’occasione.

I più severi commentano che quei ragazzi “suonatori” non hanno bisogno né di sostegno, né di incoraggiamento: hanno buone gambe ed entusiasmo da vendere”! Quelli più benevoli dicono con un sorriso: – Vogliono divertirsi pure loro, quelli che li seguono, poi… giacché si trovano… partecipano anche all’altro festino.

(Chissà se i ragazzi suonatori o chi per essi devono chiedere autorizzazioni e permessi? Sicuramente non hanno un patronato alle spalle. Figuriamoci la partita IVA! Speriamo che non intervengano conflitti di interesse!

Nei giorni dell’Expo, organizzati a Venafro e recentemente conclusi, si è sentito nell’aria (o l’abbiamo sognato!) un “assaggino anche della Bandarella…”

In quella fugace esibizione di un tardo pomeriggio, chiunque suonasse, nell’euforia dell’evento, ha picchiato forte con tamburi e piatti soffocando quasi gli strumenti a fiato che sono i protagonisti di questo complesso musicale, a dir poco singolare e forse unico nel suo genere.

Nelle rituali apparizioni notturne invece piatti e tamburi sono più discreti, quasi rispettosi di flauti e ocarine ai quali lasciano più campo “limitandosi” anche se con decisione a sottolinearli, quasi a corteggiarli, anche con fermezza, senza però tentare neppure di sopraffarli.

Quel passaggio musicale rapido e improvviso nel buio della notte, anche così orecchiabile fa sorgere un sentimento di tristezza sull’ineluttabilità del tempo che passa in fretta, specialmente quello bello della gioventù, subito però è sopraffatto da un’emozione più dolce, allegra ed estremamente gradevole come un sogno dell’infanzia quando una folata di gnomi o puffi sorgevano dalla terra e ignari di ottoni e percussioni, correvano e suonavano la loro strana magica musica di tre o quattro note soltanto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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