FILIGNANO – In vista delle Comunali, l’uscente Pacitti replica allo sfidante Coia

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FILIGNANO. In vista delle Comunali del 25 maggio, il sindaco uscente Pacitti replica allo sfidante Coia. I dettagli nel contributo del collega Tonino Atella:

Premessa la piena disponibilità di questo giornale ad ospitare dichiarazioni dell’altra parte in competizione, la lista “Per Filignano” capofila Lorenzo Coia, per le prossime elezioni amministrative del 25 maggio a Filignano, riportiamo di seguito quanto scritto dal capolista di “Nuova Filignano”, Romeo Pacitti, in merito al dibattito politico/elettorale in corso nel Comune all’ingresso sud del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.

“Le sarabande di numeri, le proiezioni personali e le ipotesi alimentate ancora una volta da risentimenti e conflittualità sterili -scrive Pacitti- non aiutano e non danno speranze ad una popolazione flagellata da cattiva amministrazione prima e dal dissesto poi. La strumentalizzazione dei fatti amministrativi ed economico-finanziari finalizzata allo scopo di ingenerare ancora incertezze e dubbi su cui ipotizzare una vittoria elettorale  sono mezzi che non appartengono alla comunicazione corretta. La conoscenza episodica e superficiale dei dati non può autorizzare ricostruzioni sostanzialmente non veritiere. I numeri ufficiali della disavventura finanziaria del Comune di Filignano sono quelli pubblicati sul sito del Comune da sempre, Ad essi ognuno può accedere per darsi conto dei contenuti e farsi una propria idea e cioè : alla data di ingresso della legislatura in scadenza erano  – come rilevato nella gestione commissariale – così distinti : euro 1.727.846,00 rilevati e di cui si sarebbe fatto carico la gestione commissariale; euro 1.059.002,00 debiti a destinazione vincolata di cui è emerso si dovrà fare carico il Comune; euro  600.000,00  circa in contenzioso con la società INFODATA; totale euro  3.386.848,00.  Ogni strumentalizzazione diversa, sopratutto se piegata ad uso elettorale di chi la propone, non appartiene né allo stile, né al modo di operare , né alle concezioni di vita di chi scrive. Il futuro, certo, può riservare incognite e sorprese e nessuno può prevederlo.     Il presente però è fatto di numeri ufficiali che non  devono essere manipolati a proprio piacimento, soprattutto al fine subdolo di accattivarsi consensi elettorali. La politica della Nuova Filignano è sempre stata fondata sul confronto, in piazza, tra la gente, con le istituzioni per risolvere i problemi quotidiani con estraneità ad un modo di fare politica che non preveda il dialogo aperto bensì il rifugio sulle pubblicazioni della stampa locale. Esso conduce solo ad incertezza continua, allo screditamento di ogni buona iniziativa finalizzata al bene comune ed a inutile prosopopea, infertile  e dannosa. Criticare è facile.     Il tuttologo di Isernia non indica nelle sue esternazioni quale  avrebbe dovuto essere la strada da intraprendere da parte del Comune di Filignano ( senza il decreto “Renzi”) per sanare il debito essendo impedita per legge la contrazione di mutui – in quanto Ente in dissesto – e non essendo riuscito a vendere alcun pezzo del proprio patrimonio immobiliare. E ‘ difficile  costruire il futuro. In quest’ultima direzione non abbiamo avuto il conforto di una sola idea partecipativa o propositiva in 5 anni da parte della minoranza ricompresa tutta  organicamente nella lista n° 3 (detta dei due cognati) alle elezioni prossime. Essa rappresenta TUTTA la vecchia classe politica di Filignano,  anche  di chi è stato espulso dalla carica di consigliere comunale per incompatibilità in quanto condannato in maniera definitiva a risarcire il Comune e permane  inadempiente. Solo disgregazione, saccenza e atteggiamenti ostruzionistici. Attacchi personali, con l’evidente scopo di scoraggiare iniziative positive, che appartengono ai periodi bui della storia dell’umanità. Tali comportamenti non possono che indurre a rafforzare la volontà di fare emergere la differenza fra due stili di vita e di amministrare totalmente diversi. Chi ci accusa di “aver tirato a campare” per 5 anni con la “scusa” del dissesto non fa campagna elettorale all’insegna della sobrietà e rifuggendo da polemiche inutili bensì dimostra una insensibilità non consona a chi sa cosa vuol dire amministrare la cosa pubblica”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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