VENAFRO – Carlo Potena alla Segretaria Anna Cascardi: “Rassegna le dimissioni”

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VENAFRO – La sua opinione circa la sentenza della Corte dei Conti che ha condannato la segretaria comunale Anna Cascardi al pagamento della somma complessiva di 2.800 euro in favore del Comune di Venafro (a parziale risarcimento del danno erariale causato avendo indebitamente liquidato una indennità di fine mandato pari a 6.949,20 euro in favore di Nicandro Cotugno, per i periodi in cui da vice sindaco aveva svolto le funzioni di sindaco), il consigliere di maggioranza Carlo Potena l’ha pubblicata sulla pagina fb di Città Nuova, il movimento socio/politico facente riferimento al sindaco Antonio Sorbo. Pubblichiamo integralmente il suo intervento:

Io sono tra quelli che sostengono che “solo chi non fa non sbaglia”. L’attività di segretario comunale, come tante altre attività, espone sicuramente a rischi, perché le norme, la loro interpretazione, la loro applicazione, nascondono tante insidie. Può quindi capitare, anche ad una segretaria comunale con tanta esperienza, di sbagliare. Qualcuno potrebbe obiettare : sì, ma la segretaria era stata avvisata della probabile violazione di legge, e quindi era consapevole dei rischi che correva, e ciò nonostante non ha posto rimedio. E’ vero, ma a volte si può anche essere talmente convinti della bontà della propria tesi che si può decidere comunque di andare avanti per la propria strada. D’altra parte in molti casi, come si diceva prima, l’interpretazione delle leggi non sempre è univoca. Nel caso specifico, quale era la questione ? Era la liquidazione di una indennità di fine mandato al sindaco, cioè una specie di buonuscita che la legge assegna al sindaco alla fine del suo mandato elettivo. La segretaria questa indennità l’ha liquidata a favore di Nicandro Cotugno, che però non era stato eletto sindaco, ma aveva svolto il compito di vice-sindaco facente funzioni dopo l’avvenuta decadenza del sindaco eletto e fino alle successive elezioni. Ma la legge dice che l’indennità matura solo se il mandato elettivo dura almeno trenta mesi, cioè almeno la metà dei 5 anni canonici. E Nicandro Cotugno, in ogni caso, aveva svolto il suo ruolo di facente funzione per meno di 30 mesi, e di qui la contestazione scritta (mia e di Antonio Sorbo) alla segretaria.
La segretaria ci fece sapere che, a suo parere, non era necessario che il facente funzioni avesse svolto il suo compito per 30 mesi, ma che il mandato complessivo (cioè sindaco prima della decadenza + facente funzioni dopo la decadenza) fosse durato più di 30 mesi. Era una interpretazione diversa, sicuramente non convincente, ma comunque apparentemente possibile. E la segretaria, prudentemente, comunicò per iscritto che, per sicurezza, avrebbe chiesto un parere al Ministero degli Interni. Così facendo, è come se dicesse “io sono convinta di aver operato bene, ma sono pronta a rimediare se il Ministero mi dice che ho sbagliato”. In altri termini, voleva dimostrare che, se aveva sbagliato, aveva sbagliato in buona fede. Ed io dico che l’errore in buona fede non può essere condannato, perché ricade nella fisiologia di qualsiasi attività esercitata, anche quella di segretario comunale. Ma la Corte dei Conti ha condannato la segretaria, perché ha constatato una grave negligenza. E sì, perché la segretaria, dopo averlo formalmente dichiarato, non ha mai provveduto ad inoltrare al Ministero l’annunciato quesito. L’ha detto ma non l’ha fatto. L’ha detto, perché così il tempo passava (tanto Nicandro Cotugno la sua indennità l’aveva già prontamente incassata) e c’era così la possibilità che la faccenda finisse, come tante altre, nel dimenticatoio. Non l’ha fatto, perché sapeva che la risposta del Ministero non avrebbe mai potuto darle ragione. Ma, oltre la grave negligenza, appare anche la cattiva fede, ossia la consapevolezza di adottare un provvedimento illegittimo ai danni del Comune ed a favore di Nicandro Cotugno. Infatti, se la segretaria era davvero convinta che l’indennità spettava a Nicandro Cotugno perché il mandato, complessivamente, aveva superato i 30 mesi, avrebbe dovuto liquidare l’indennità non solo al vice sindaco Nicandro Cotugno per il periodo decadenza sindaco – nuove elezioni, ma, ovviamente, ed a maggior ragione, anche al Sindaco Vincenzo Cotugno per il precedente periodo data di elezione – data di decadenza. Ma, stranamente, la segretaria ha liquidato l’indennità solo a Nicandro Cotugno, e non anche a Vincenzo Cotugno. Come mai ? Perché ha trattato due fattispecie uguali in maniera diversa ? Cosa differenziava Vincenzo Cotugno e Nicandro Cotugno ? Il nome di battesimo ? Sì, sicuramente, ma non credo che sia quello il discrimine.
E quale altro potrebbe essere ? Non è che per caso, c’entra il fatto che Vincenzo Cotugno, appena diventato sindaco, ritenne di non confermare alla segretaria l’incarico di direttore generale (privandola di un compenso aggiuntivo di oltre 3.000 euro mensili), e che al contrario Nicandro Cotugno, appena diventato poi sindaco, nominò la segretaria direttore generale, con un compenso aggiuntivo appunto di oltre 3.000 euro al mese a discapito delle casse comunali ? Ed è solo un caso se la segretaria ha liquidato l’indennità a Nicandro Cotugno appena dopo che quest’ultimo, da sindaco neo-eletto, l’aveva ri-nominata direttore generale con tanto di cospicuo aumento di stipendio ? Non lo sapremo mai, perché tutti questi interrogativi sono destinati a rimanere senza risposta. Però due certezze ora le abbiamo : la prima è che l’ex sindaco Nicandro Cotugno si è intascato soldi del Comune di Venafro che non gli spettavano. Potrà dire, allungando la schiera dei beneficiari di soldi “a loro insaputa”, che lui non ne sapeva niente, ma ora sa che una sentenza ha stabilito che quei soldi non poteva prenderli. Sono però fiducioso che l’ex sindaco, proprio per dimostrare la sua buona fede e che almeno lui era inconsapevole dell’illegittimità, quei soldi li restituisca spontaneamente, senza aspettare che il Comune di Venafro agisca contro di lui per il recupero. La seconda è che ora a palazzo Cimorelli si vive una situazione a dir poco imbarazzante. Infatti la segretaria comunale, che è (o dovrebbe essere) una delle persone di massima fiducia del Sindaco e della Giunta è stata appena condannata per danno erariale al Comune di Venafro proprio a seguito di un esposto a firma anche dell’allora consigliere di minoranza ed attuale Sindaco Antonio Sorbo. Come può continuare adesso questo rapporto di “fiducia” ? Anche in questo caso sarebbe auspicabile che la segretaria, come prima per l’ex sindaco Cotugno, non aspettasse le mosse dell’Amministrazione e rassegnasse subito le proprie dimissioni. Anche perché questa potrebbe essere solo la punta dell’iceberg…

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