VENAFRO – Lo scrittore Filiberto De Angelis presenta la silloge “Viaggi”

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VENAFRO. Sarà presentata nel pomeriggio di venerdì 7 febbraio, presso l’Anfiteatro Romano (Verlascio), l’ultima fatica letteraria dello scrittore Filiberto De Angelis. Trattasi della silloge “Viaggi” (Ed. Progetto Cultura). Il programma della manifestazione prevede, alle ore 17.30, il saluto delle Autorità presenti. Seguiranno gli interventi di Amerigo Iannacone (Poeta, Critico letterario), Giuseppe Napolitano (Poeta, Critico letterario), Aldo Cervo (Scrittore, Critico letterario). Moderatrice dell’incontro culturale sarà Ida Di Ianni (Poetessa, Operatrice culturale, Prefatrice dell’opera).

La prefazione di Ida Di Ianni:

Quello  che ritorna dal passato, quello che la vita ha accolto nel suo volgersi e ri-volgersi in cammini reali o passaggi obbligati del cuore o dell’esistere nelle valenze che il Tempo disgrega (gli affetti, le cose) tra le sue dolorose macerie. Ed è un viaggio, quello condotto dal poeta Filippo (Filiberto) De Angelis, in primo luogo nella sua memoria, partendo dal paese natio (Pietraforte, nel Reatino) per toccare – fisicamente ma ancor più metaforicamente – altre mete ed altri approdi, che lo portino comunque – una volta arrivato – a “rappresentare” prima, analizzare poi, e a riflettere infine, in una poetica che sa di osservazione, di sensazione e di vissuto – nel passato come nel presente – e che si dimensiona e trova quiete nella contemplazione, quasi come la materia oggetto del canto (sovente disin-canto), passato al setaccio della sensibilità del poeta, trovasse una sua naturale collocazione, per sé e per altri di uguale sentire.

Il ricordo, il reiterante battito del cuore (ri iterativo + cor,cordis, cuore) che toglie la polvere all’oblio in cui tutto sembra esser destinato, è il motore ed il carburante di questa silloge, che pare frenare ed accelerare nella pluralità dei temi, o dei quadri che dir si voglia, o dei diari di bordo, o degli album fotografici o delle “rappresentazioni” di un sentire o di un costume, che il poeta coglie, e coglie perché non solo non sfugga a lui l’istante dell’incendio della mente, ma non si perda per altri quello che il Tempo ha già cancellato o sta cancellando nella stanchezza dell’uomo che invecchia (nello sprezzo sociale e non più nel suo rispetto), o nella lassezza e stoltezza ed incuria dell’uomo moderno. È sorso di vita ed urgenza ed impellenza per l’uomo e per Filippo, la beatitudine del ricordo, legato nelle liriche alla giovinezza, alla gaia fanciullezza, ad anni chiaramente connotati ed identificati da questa o quella automobile; da luoghi o tragitti o edifici o semplici vie che si specchiano nella propria umiltà insignificante per chi non abbia tutto ciò amato e vissuto a battito di cuore; alla vecchiaia, miseria esistenziale ormai per l’uomo; alla natura tutta che evoca memorie e fa salire il rimpianto di quel che s’è perduto; all’amore che illumina il cuore ed il cammino e rischiara ogni tenebra presente, drappo pesante al vivere consapevole. E la sera ad aleggiare su tutto, scura di paura, ed il senso di disfacimento a corrodere e a dissolvere e il volo illusorio degli aquiloni. Una scrittura, quella del poeta, tutta personale, evocativa – in diverse liriche – di memorie leopardiane e carducciane e pascoliane e foscoliane (ciò a dire che si ritrovano “parole” o versi che “risuonano”, gradevolmente, ad un cuore che sa), in un tessuto lirico molto efficace, in specie quando il poeta scuote lo sguardo sulla modernità, bieca nei suoi esiti e lacrimevole nei suoi riprovevoli approdi. E così Filippo, che non si è sottratto ad un destino per lui segnato da saggezza ed autorità, sembra stringere a sé tutto un mondo (suo valoriale e di affetti e di cose) che va scomparendo ma, nel contempo, nel non allentare la presa del cuore, va ad intingere la penna nei suoi occhi di luce, colorando di blu i suoi ricordi.

 

Biografia:

Filippo De Angelis (Filiberto) nasce l’11aprile 1949 a Pietraforte, simpatico borgo medioevale nel comune di Pozzaglia Sabina, provincia di Rieti.

A dieci anni lascia il paese nativo e si trasferisce per motivi di studio prima a Rieti, poi a Roma.

A venti anni entra nell’Arma dei Carabinieri e vi rimane sino a sessanta scalando  varo gradi fino a raggiungimento di quello di Tenente Colonnello, con il quale ora è in pensione. Esplica la professione in svariate regioni (Lazio, Toscana, Friuli Venezia Giulia, Campania, Sicilia, Umbria e Molise ove attualmente vive) entrando così in contatto con le diverse culture, tradizioni, usi, ognuno dei quali ha lasciato il proprio segno nell’animo del poeta.

È laureato in Scienze dell’Amministrazione presso l’Università degli Studi di Siena.

È Cavaliere all’Ordine del Merito della Repubblica Italiana.

Inizia a scrivere poesie sin dalla giovane età, ma intorno a 30 anni interrompe e riprende dopo il collocamento in pensione sollecitato e sospinto dalle emozioni che scaturiscono dalla maggiore frequentazione dei luoghi di origine  ed è questo intenso sentire che si incanala anche verso la Poesia dialettale. Non a caso la prima raccolta di poesie pubblicata è quella nel dialetto del paese nativo “Peraforte de ‘na ota e de mò”.

Nella sua poetica predominano i temi del sociale e della natura con forme stilistiche che pur non essendo schiave della metrica, ad essa spesso si richiamano. Ama scrivere anche in vernacolo (sia del paese nativo, sia in romanesco) e in tale genere il sonetto e l’ironia la fanno da padrone nelle più variegate sfumature e forme.

Finalista e segnalato in numerosi concorsi, ha ottenuto numerosi riconoscimenti e premi  ( San Francesco, Umbria d’Oro, La Tavolozza 5^ Ed., San Bernardino XIII^  e XIV^Ed,  Il Presepe X Ed. ecc).

Sue poesie figurano in diverse antologie (non solo quelle realizzate in occasione di concorsi letterari) e appaiono spesso sul mensile letterario e di cultura varia “Il Foglio Volante – La Flugfolio”.

Ha pubblicato: “Peraforte de ‘na ota e de mò”, 2010, ”E non è mai troppo lungo il giorno”,2011 (terzo classificato nel Premio Letterario Città di Arona 2012), entrambi EdizioniEva; “Er resto  … so’ accessori”, 2012, la stanza del poeta- ellegrafica Gaeta; “Viaggi”, Edizioni Progetto Cultura Roma, 2013.

È autore delle commedie dialettali in due atti “Prestame lu pistillu”e “Marionette”. che verranno rappresentate nel corso della prossima estate in provincia di Rieti.

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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