VENAFRO – La Forestale sequestra la Impredil dietro disposizione della Procura

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VENAFRO. I “sigilli” alla Impredil, dietro disposizione della Magistratura pentra, li hanno apposti gli agenti del Corpo Forestale di Isernia e Venafro. Il bitumificio era finito nel mirino delle forze dell’ordine per presunti fenomeni di inquinamento atmosferico che non poca preoccupazione hanno destato tra la popolazione venafrana, tanto da indurre i cittadini a costituire un comitato. I dettagli dell’operazione sono stati illustrati in mattinata, presso il Tribunale di Isernia, dal procuratore Paolo Albano. Al riguardo i vertici del Corpo Forestale di Isernia hanno diffuso un dettagliato comunicato stampa: “Al termine di una articolata indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Isernia e condotta dal Corpo Forestale dello Stato di Isernia, nel pomeriggio di ieri è stato eseguito il sequestro preventivo, disposto dal  GIP presso il Tribunale di Isernia, dell’impianto che produce conglomerato bituminoso di proprietà della IMPREDIL s.r.l. ubicato in località “Integlia” a Venafro. Il provvedimento cautelare è giunto al termine di un’accurata indagine, scaturita dalla attività di controllo del territorio e da diverse segnalazioni di cittadini che lamentavano l’emissione di fumi acri e maleodoranti dall’impianto della IMPREDIL s.r.l., che ha visto l’impiego di personale del Nucleo Investigativo per i reati ambientali e dei Comandi stazione di Venafro e Forlì del Sannio. La svolta nelle indagini è giunta dopo l’acquisizione e la verifica della documentazione agli atti della Regione Molise – Settore Ambiente e della Provincia, dalla quale sono emerse una serie di irregolarità riguardo al possesso delle specifiche autorizzazioni prescritte per le emissioni in atmosfera. In particolare è emerso che la IMPREDIL s.r.l. gestiva l’impianto per la produzione di conglomerato bituminoso in assenza dell’autorizzazione all’emissione in atmosfera, in quanto quelle rilasciate negli anni ’92 e ’94 risultavano scadute. Il decreto legislativo sulla materia ambientale emanato il 3 aprile 2006, n. 152, per garantire l’adeguamento degli impianti già esistenti alla data della sua emanazione alla nuova normativa, prevede l’obbligo per i gestori degli impianti di rinnovare la domanda di autorizzazione entro termini prestabiliti. L’IMPREDIL s.r.l. non ha ottemperato a tale obbligo, proseguendo, di fatto, nell’attività, senza il rispetto delle norme e quindi in assenza di autorizzazione. Data la delicatezza della materia ed il pericolo per la salute pubblica che può scaturire dalla emissione di fumi senza una loro corretta gestione, il legislatore ha scelto di punire severamente con la sanzione penale di cui all’art. 279 del decreto legislativo n. 152/2006, chi esercita un’attività di impianto senza l’autorizzazione o la prosegue con autorizzazione scaduta. La Procura presso il Tribunale di Isernia, ritenendo configurabile il reato previsto dalla testo unico in materia ambientale, ha richiesto il sequestro preventivo, che il GIP, considerando la sussistenza delle esigenze cautelari, ha immediatamente disposto. Le indagini sono tuttavia ancora in corso per verificare eventuali ulteriori irregolarità che attengono ad altri aspetti dello stabilimento della IMPREDIL S.r.l”.

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